27 Aprile 2024
CultureItalia

San Gimignano e Volterra in 3D: il turismo in un’App

San Gimignano e Volterra rivivono in 3D. Il visitatore scopre il patrimonio artistico delle due perle toscane attraverso un’esperienza virtuale. Il tutto grazie a Tecnologicamente Antichi, il progetto turistico realizzato dai Comuni di San Gimignano e Volterra con il contributo della Regione Toscana mediante il progetto Eccellenze in Etruria, che pone in rete 4 siti di pregio: la Villa Romana di Aiano, il Teatro Romano di Volterra e i due musei archeologici delle due rispettive città.

L’applicazione 3D

Si potrà usare presso i Musei e nel corso dell’open day della Villa Romana di Aiano il 28 luglio 2018. A Palazzo Strozzi Sacrati è stata illustrata la nuova app. Sono intervenuti l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo, gli assessori al turismo e cultura dei Comuni di San Gimignano e Volterra, Carolina Taddei e Gianni Baruffa, il direttore di scavo della Villa Romana di Aiano Marco Cavalieri e gli sviluppatori del progetto, le società Opera Civita e Unità C1.

La tecnologia al servizio dell’archeologia

E’ così possibile conoscere la storia dei siti, visionare i materiali e viaggiare in modo virtuale nella villa di Aiano, ricostruita secondo gli studi del team di archeologi diretti dal Prof. Marco Cavalieri dell’Università cattolica di Lovanio (Belgio).

Il visitatore si trova in uno dei quattro luoghi e potrà vedere virtualmente gli altri e riceverà un invito a scoprire il patrimonio archeologico dei due territori. Con Tecnologicamente Antichi si rafforza il legame tra due territori confinanti.

Villa Romana di Aiano

E’ presso Aiano (Pian dei Foci), uno stretto pianoro ubicato nella piccola valle formata dal torrente Foci, affluente dell’Elsa, nel cuore della Toscana, tra le città di Siena, Volterra e San Gimignano. E’ un sito per il quale il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) ha concesso al Comune di San Gimignano e all’Università Cattolica di Lovanio (UCLouvain) una concessione di scavo. La ricerca è diretta da Marco Cavalieri, professore di archeologia romana e antichità italiche a Lovanio (Belgio).

Dall’estate 2005 a quella del 2012, una squadra di ricercatori, dottorandi e studenti ha condotto vaste indagini sul sito, scoprendo le vestigia di diversi vani di un’antica villa romana. Poi, nel 2014, il terreno dove sorge l’imponente struttura architettonica, allora privato, fu, a seguito di una serie di vicissitudini burocratiche, acquistato dal Comune di San Gimignano. Dall’estate 2015 le campagne di scavo sono ripartite. La villa ebbe il suo momento di massimo splendore in età tardoantica (tra IV e V secolo d.C.), anche se la frequentazione del sito si protrasse fino al VII d.C. Dalle ricerche effettuate l’area si sta rivelando di massima importanza, permettendo di acquisire dati significativi sulla storia della Valdelsa del periodo a cavallo tra la fine dell’Antichità e l’inizio del Medioevo.

Il Museo Archeologico di San Gimignano

Il Museo Archeologico espone reperti di epoca etrusca, romana e medievale originari del territorio sangimignanese. L’esposizione si divide in due sezioni: una dedicata all’arte etrusco-romana con testimonianze provenienti da insediamenti rinvenuti sul territorio risalenti al VII-I secolo a.C., l’altra riservata alle attività produttive di carattere artigianale, quali vetro e ceramica, attestate nella città durante il medioevo.

Il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra

Il Museo Etrusco Guarnacci è uno dei più antichi musei pubblici d’Europa: nasce nel 1761 quando il nobile abate Mons. Mario Guarnacci (Volterra 1701-1785) dona alla “città di Volterra” il suo ingente patrimonio archivistico e archeologico, raccolto in anni di ricerche e acquisti. Le sale III-IX del piano terreno e tutto il primo piano sono dedicate all’esposizione della raccolta originaria del Museo, arricchitasi fino al 1861,grazie ad ulteriori donazioni e rinvenimenti di campagne di scavo. Al primo piano particolare risalto è dato ad alcuni tra i più celebri capolavori dell’arte etrusca come la stele di Avile Tite, l’urna degli Sposi e soprattutto l’Ombra della Sera. Sempre il primo piano, che ha in tutte le sale pavimenti a mosaico provenienti da edifici di età imperiale romana di Volterra o di Segalari (Castagneto Carducci), ha altre importanti sezioni della collezione guarnacciana tra cui il monetiere con rarissimi esemplari etruschi in oro, argento, bronzo e oltre tremila monete greche, romane repubblicane e imperiali..Nella sala XXVI, dedicata alla Volterra romana, sono esposti materiali provenienti dall’area urbana e da Vallebuona, dove si trova il Teatro antico.. Lungo le scale di accesso ai piani del Museo sono collocate alla parete, secondo una consuetudine del secolo scorso, moltissime epigrafi funerarie latine provenienti da Roma o dal Volterra e il suo territorio. Negli anni 2017-2018, il Museo vive un momento di riallestimento, revisione funzionale e ristrutturazione del palazzo stesso, grazie a un ingente finanziamento regionale nell’ambito di un progetto di museo etrusco diffuso tra Cortona, Piombino e Volterra.

Teatro Romano di Volterra

Sorge nell’area archeologica di Vallebuona, nei pressi delle mura medievali. Gli scavi furono iniziati in maniera sistematica nel 1950, su iniziativa di Enrico Fiumi, ed hanno attestato che la costruzione del teatro risale al I secolo a.C., quando l’importante famiglia Caecina volle ufficializzare l’avvenuta riconciliazione con Augusto. Sono tuttora visibili 19 file di sedili dei settori centrali ed inferiori che erano stati costruiti su un pendio naturale; ai piedi della cavea, l’orchestra semicircolare era in origine rivestita di marmi. Della scena sono rimasti il pulpitum e parte delle strutture e delle colonne marmoree con capitelli corinzi della frons scenae. In epoca più tarda, durante il IV sec., fu inserito nell’area del portico un edificio termale di cui sono ben visibili le fondamenta del vestibolo e dei locali destinati ai bagni freddi e caldi.