A Vibo Valentia la memoria si fa indagine: presentato il libro Scrimbia – Storia di un crimine
A Vibo Valentia la memoria si fa indagine: presentato il libro Scrimbia – Storia di un crimine
VIBO VALENTIA – Una storia vera, un crimine dimenticato, un territorio ferito e la voglia di raccontarlo con rigore scientifico e passione civile. Sono questi gli elementi che hanno caratterizzato la presentazione del libro “Scrimbia – Storia di un crimine”, tenutasi il 30 giugno presso Palazzo Gagliardi, sede dell’Istituto di Criminologia di Vibo Valentia.
Il volume, tratto dalla tesi di laurea magistrale di Pasquale La Gamba, ricostruisce con approccio criminologico e attraverso una ricca documentazione giudiziaria il caso del furto di reperti archeologici avvenuto nella località Scrimbia, un’area intrisa di storia e memoria, ma troppo spesso dimenticata nella coscienza collettiva. La narrazione è arricchita da un video che documenta alcune fasi delle indagini e l’ingresso dei carabinieri nel cunicolo sotterraneo utilizzato per il trafugamento.
Una ferita al cuore dell’identità calabrese
Il crimine studiato da La Gamba risale ad alcuni anni fa, quando nel pieno centro storico di Vibo Valentia, precisamente in via Scrimbia, vennero scoperti cunicoli abusivi scavati nel sottosuolo, in un’area archeologica protetta. Lì erano stati trafugati reperti di epoca magnogreca di inestimabile valore. Un’operazione clandestina che ha sottratto alla collettività frammenti preziosi del proprio passato, venduti poi nel mercato nero dell’antiquariato.
«Scrimbia è solo uno dei tanti luoghi violati dalla logica del profitto – ha affermato l’autore – ma è anche il simbolo di una Calabria che deve riscoprirsi attraverso la conoscenza e la tutela della propria storia».
Il libro, arricchito da fonti giudiziarie e interviste, si propone come strumento di divulgazione e denuncia culturale.
Presenze istituzionali di rilievo
L’evento ha visto la partecipazione di autorevoli figure del panorama istituzionale e accademico:
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On. Wanda Ferro, Sottosegretaria al Ministero dell’Interno
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Camillo Falvo, Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia
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Prof. Saverio Fortunato, Rettore dell’Istituto di Criminologia
Nel suo intervento, l’On. Ferro ha sottolineato il ruolo fondamentale della cultura e della formazione nella prevenzione dei reati contro il patrimonio, auspicando un maggior investimento nelle attività di sorveglianza e sensibilizzazione.
Il Procuratore Camillo Falvo, da tempo impegnato nel contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale, ha messo in guardia contro la sottovalutazione di tali reati, spesso considerati “minori” ma in realtà capaci di deturpare l’identità storica dei territori e alimentare circuiti criminali strutturati. Falvo ha poi richiamato l’attenzione sull’operazione “Purgatorio 3”, coordinata dalla sua Procura, come ulteriore esempio della gravità del fenomeno:
«Si tratta di un’indagine che ha fatto emergere l’esistenza di una vera e propria rete dedita alla gestione illecita di beni culturali, con collegamenti anche internazionali. Reati che non arricchiscono solo economicamente, ma cancellano il passato di intere comunità».
Il prof. Fortunato ha definito il lavoro di La Gamba un esempio concreto di criminologia applicata al contesto locale, capace di unire studio accademico e ricaduta sociale:
«Quando uno studente riesce a portare alla luce una storia sepolta, non solo nei documenti ma nella memoria collettiva – ha detto – allora la ricerca diventa impegno civile».
A concludere l’incontro è stato il Capitano Giacomo Geloso, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale per la Calabria, con sede a Cosenza. Nel suo intervento, il Capitano ha illustrato nel dettaglio l’operazione condotta in via Scrimbia a Vibo Valentia, sottolineando la complessità delle indagini e il coordinamento con la Procura.