L’Italia non è solo bellezza ma anche il triste primato dei femminicidi
È l’Istat (Istituto nazionale di statistica) a fotografare il triste primato dei femminicidi in Italia. Il Belpaese non è solo grande bellezza e turismo ma anche violenza sulle donne, figlia di una cultura spesso maschilista e non rispettosa del gentil sesso. I dati sulle vittime di omicidio nell’anno 2021 sono preoccupanti. Le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono 139 (45,9% del totale), 39 uomini e 100 donne. Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019). I minorenni sono uccisi da persone che conoscono. Sempre dai dati Istat emerge che è straniero il 19,1% delle vittime, di cui il 63,8% sono uomini e il 36,2% donne. Complessivamente in Italia lo scorso anno si sono consumati 104 femminicidi, su 119 omicidi con una vittima donna: 70 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; 30 le donne uccise da un altro parente; 4 le donne uccise da conoscenti in ambito affettivo o relazionale. Tra le restanti 15 vittime donne solo maggiori informazioni consentirebbero di definire se sono omicidi di genere. L’omicidio di genere (femminicidio) riguarda l’uccisione di una donna in quanto donna.
Andrea Caldart su quotidianoweb.it, giornale che si pone come obiettivo di puntare sulla vera informazione, titola, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, “Femminicidi: La sottocultura dei prepotenti”. Quotidianoweb.it riporta le parole dell’avvocato Nicodemo Gentile, Presidente dell’Associazione Penelope, il quale sottolinea che “la violenza ha tante facce, come tante sono le facce di chi la subisce. Sotterrate, fatte a pezzi, segregate, umiliate, spose ancora bambine, con il viso coperto, ferite, spiate, appostate, date in pasto ai maiali, scaricate nei fiumi, abbondonate nei prati, suicidate con tanta plastica, sciolte nei forni, minacciate, percosse, strattonate davanti ai figli, spinte giù dalle scale, lanciate dai balconi, sputate, prese a calci, in famiglia, fuori dalla famiglia, da chi amavano, da chi avrebbe dovuto amarle, da chi si fidavano, da chi volevano liberarsi, da chi si erano liberate”. “Come avvocato ho dovuto attraversare – si legge nella sua dichiarazione – con indifferenza tecnica queste tragiche storie, altre ancora, ma come uomo ho respirato il loro dolore muto, ho ascoltato le parole senza suono di queste figlie, mogli, mamme, che non ho mai conosciuto. Donne come l’acqua di mare, cantava Mia Martini, che nonostante tutto riescono ancora a partorire ed amare degli uomini”.
Il femminicidio è una cosa seria. Andrea Caldart scrive che il femminicidio è “una vera e propria esecuzione fatta da colui che si crede gestore della vita altrui, perché è una violenza e tutti noi abbiamo l’onere di mantenere alta l’attenzione di questa prepotenza dei forti sulle deboli. Ammazzare una donna equivale ad ammazzare la vita”.
Tornando ai dati Istat emerge che per tutti gli omicidi di donne che sono avvenuti nel 2021 è stato individuato il responsabile. Le regioni più violente per le donne sono Liguria, Emilia Romagna, le Province di Bolzano e Trento, a cui si aggiungono il Lazio e l’Abruzzo. Sono più spesso al Nord le regioni con il tasso più elevato di donne uccise dai partner. È straniero il 19,1% delle vittime, dato stabile nel tempo, nella maggior parte dei casi (63,8%) uomini. Tra gli italiani i maschi sono il 60% del totale. Ancora in diminuzione gli omicidi dovuti alla criminalità organizzata: 23 nel 2021, pari al 7,6% del totale (29 nel 2019 e 19 del 2020). Nonostante il primato negativo in Italia (il tasso di omicidi nel 2021 è pari a 0,51 ogni 100 mila abitanti) nell’Unione Europea è tra i più bassi tassi di omicidio insieme a Lussemburgo, Slovenia e Repubblica Ceca.