25 Aprile 2024
ItaliaTravel

Ischia: 3 attrazioni da scoprire in un fine settimana

Natura, arte e religione. Sono alcuni degli elementi di attrazione di Ischia. Questa Isola, infatti, non è solo mare, ma molto di più. Il flusso di vacanzieri è costante tutto l’anno con i consueti picchi nei mesi più caldi. Su consiglio di Hotelischia.org, tour operator specializzato per l’isola d’Ischia, abbiamo selezionato 3 attrazioni da scoprire in un weekend.

Un fine settimana ad Ischia: cosa vedere

L’Italia è un museo a cielo aperto. Tra i suoi gioielli ci sono i luoghi di culto. Sull’Isola merita una visita la Cattedrale dell’Assunta. L’edificio religioso sorge nel Borgo di Ischia Ponte, poco distante dal Castello Aragonese. La Cattedrale è dedicata alla Madonna della Scala. Oggi è il Duomo isolano. All’inizio venne eretta nei pressi della spiaggia vicino al Castello. Correva l’anno 1388. Il Governatore Pedro Cossato ne affidò la gestione ai padri agostiniani.

In seguito la chiesa fu distrutta per ben tre volte e ricostruita subendo diversi cambiamenti diventando la nuova Cattedrale nell’anno 1810. Oggi si può ammirare l’ampia facciata in stile barocco. All’interno si aprono tre navate sormontate da una grande cupola. Sulle pareti della Cattedrale ci sono dipinti del Settecento come le opere dell’artista Giacinto Diano. Sul battistero sono raffigurati Santa Monica e Santa Rita. Risale al 1596 la torre di guardia a pianta quadrata oggi usata come campanile.

La cima del Monte Epomeo

E’ il caso di salire sino alla cima del famoso Monte Epomeo. Non solo per la bellezza naturale del luogo ma anche perché qui sorge un piccolo tempio di pietra incavato nel tufo, l’Eremo dedicato a San Nicola da Bari. E’ un esempio di architettura rupestre. Esso si mimetizza con il paesaggio circostante. Fu usato dagli ischitani del tempo come rifugio nel corso degli attacchi dei Saraceni.

La chiesetta risale al ‘400. Invece le cellette dell’antico convento sono fine ‘500. All’interno dell’eremo troviamo una statua di San Nicola da cui prese il nome. La nobildonna Beatrice Quadra volle che l’eremo divenisse un ritiro per le monache che però a causa della rigidità del clima, furono costrette a spostarsi all’interno del Castello Aragonese. L’eremo ospitò anche celebri anacoreti come Giorgio Bavaro e Giuseppe d’Argouth. Quest’ultimo nel 1700, dopo essere stato comandante della guarnigione di stanza sull’isola, si fece frate e si ritirò insieme ad altri frati per un voto fatto a San Nicola.

Oggi il convento è stato trasformato in una locanda in cui gustare le specialità ischitane e godere di un panorama mozzafiato. L’eremo si raggiunge soltanto a piedi. Il percorso più comodo, anche se impegnativo, è un sentiero di montagna che parte da Serrara Fontana.

Il Monte Epomeo è una mole tufacea imponente che sovrasta l’intera isola d’Ischia. Si eleva a 789 metri sul livello del mare. E’ un cratere vulcanico e la sua ultima eruzione risale al 1302. All’incirca 55 mila anni addietro l’eruzione ha generato la roccia vulcanica che contraddistingue tutta l’isola: il Tufo Verde del Monte Epomeo. Il Fungo di Lacco Ameno e gli scogli degli Innamorati a Forio sono esempi di tufo verde sparsi sull’isola.

Il percorso dei Pizzi Bianchi

Ischia merita di essere visitata interamente, ma necessariamente bisogna fare una scelta, soprattutto se la vacanza è breve. Tra le attrazioni c’è il percorso dei Pizzi Bianchi. Esso inizia da località Noia, nel comune di Serrara Fontana, un tempo, un antico villaggio agricolo posto lungo un pendio. Il percorso passa per una vecchia mulattiera. Conduce, passando nella vegetazione tipica della macchia mediterranea, ad un panorama quasi lunare.

I Pizzi Bianchi sono sculture naturali di tufo bianco alte anche sei metri. Sono uniche nel loro genere, erose dal vento e dall’acqua e pertanto in evoluzione continua. Essi ricordano per la forma e la colorazione, i calanchi dell’Appennino e gli strati d’ignimbrite della Cappadocia. Il sentiero diventa percorribile solo con l’aiuto di corde mediante un vero e proprio canyon fatto di grotte. In alternativa si segue una stradina stretta, scivolosa e in discesa. In entrambi i casi si consiglia ad escursionisti più esperti, con la giusta attrezzatura, preferibilmente accompagnati da una guida.