“Dopo l’Ipnosi”: Morea racconta il coraggio di vedere la verità
Cosa succede quando ci rendiamo conto che l’amore che credevamo vero era solo un’illusione? Dopo l’Ipnosi, il nuovo singolo di Morea, esplora questa dolorosa presa di coscienza, raccontando la fine di una relazione segnata dalla manipolazione e dall’ipocrisia. Attraverso un sound rock deciso e incisivo, Morea esprime tutta l’intensità emotiva di questo risveglio: tra parole taglienti e un arrangiamento energico curato da Roberto Cannizzaro, il brano diventa un manifesto di libertà e consapevolezza. Abbiamo parlato con Morea per capire il significato più profondo di questa canzone e il percorso che l’ha portata a scriverla.
C’è stato un momento preciso o un’emozione forte che ha fatto nascere questo singolo? Puoi raccontarcelo?
Si, Dopo l’ipnosi è nato in un momento molto specifico della mia vita, proprio dopo la fine della mia prima storia d’amore. Era un periodo di grande confusione e delusione, in cui finalmente ho capito che avevo idealizzato quella relazione, vedendola con occhi che non erano i miei. La sensazione di essere “svegliata” da un’ipnosi emotiva è stata così forte che non potevo non trasformarla in musica. Il singolo è nato da un mix di rabbia, dolore, ma anche da una liberazione interiore. Era come se mi stessi finalmente riprendendo, prendendo in mano la mia vita e la mia realtà, e ho voluto che tutto questo emergesse nella canzone.
Se dovessi descrivere questa canzone con tre parole, quali sceglieresti e perché?
Forte liberatori, cathartica. Sono parole che riflettono perfettamente l’essenza di Dopo l’ipnosi. La canzone è forte perché non ha paura di dire la verità, è liberatoria perché rappresenta una sorta di risveglio emotivo, e cathartica perché, attraverso la rabbia e la consapevolezza, porta a un processo di purificazione e rinascita.
Durante la lavorazione di questa canzone, hai incontrato sfide particolari? Come le hai affrontate?
Durante la lavorazione di questa canzone, non è stato facile mettere nero su bianco le emozioni che stavo vivendo. Scrivere del mio risveglio, del momento in cui finalmente ho preso consapevolezza di quella situazione, è stato un processo complicato. In un certo senso, ero sempre stata io quella che dormiva, quella che si trovava in quella realtà senza vedere la verità. Ammetterlo a me stessa è stato difficile, perché quando scrivi canzoni che raccontano ciò che hai vissuto, ti confronti con emozioni che spesso non vuoi affrontare. Ma man mano che scrivevo, insieme al mio team, la canzone prendeva forma e mi aiutava a portare fuori quelle emozioni. Ogni parola, ogni arrangiamento mi faceva diventare più consapevole di quello che stavo vivendo. È stato un processo che mi ha permesso di evolvermi, trasformando il dolore in qualcosa di positivo e creativo.
C’è una frase del brano a cui sei particolarmente affezionata? Cosa significa per te?
Sì una frase a cui sono particolarmente affezionata é: “il tuo cuore deserto rimane lontano non mi fai più male rimani lontano…” È come se, dopo tanto tempo, fossi finalmente riuscita a mettere una distanza emotiva tra me e quella persona. Il “cuore deserto” simboleggia il vuoto che quella relazione mi aveva lasciato, e dire “non mi fai più male” è una dichiarazione di forza, un atto di
auto-protezione. È il momento in cui capisco che la sua presenza non ha più potere su di me. È una frase che segna una vera e propria rinascita e una presa di consapevolezza che posso andare avanti senza quella relazione.
Come vivi il momento della pubblicazione di una tua canzone? È più emozionante, stressante o un mix di entrambe le cose?
Il momento della pubblicazione di una mia canzone è sicuramente molto emozionante. È un mix di adrenalina e soddisfazione, ma soprattutto è emozionante riuscire finalmente a far arrivare alle persone quella che sono davvero. Ogni volta che una canzone esce, sento che sto condividendo una parte di me, un pezzo della mia anima. È un’esperienza che mi permette di entrare in contatto con chi ascolta e di far capire, attraverso la musica, le emozioni più profonde che sto vivendo. Quindi, non è stressante ma è una sensazione di grande realizzazione e connessione.