11 Dicembre 2024
Culture

Gli europei si ispirano alla licenza sessuale illimitata caratteristica più peculiare del mondo Romano antico

In Italia e in Europa gli influssi del mondo Romano antico sono molto radicati e presenti nella vita di tutti i giorni. E non stiamo parlando soltanto di monumenti, codici presenti nel diritto o altre testimonianza tangibili del passato. Anche in materia di sentimenti e di amore gli europei (le cui radici sono prima romane e poi cristiane) si ispirano a quel mondo dove la licenza sessuale illimitata era una delle caratteristiche più peculiari del mondo Romano antico.

A confutare questa ricerca degli italiani ed europei della licenza sessuale illimitata c’è il successo di portali tematici come gnocchevogliose.net dove c’è testimonianza del libero sfogo in ambito sessuale. Gli antichi romani non avevano i siti web ma hanno lasciato ampia testimonianza dei loro atteggiamenti e comportamenti riferibili alla sessualità. Essi infatti sono stati descritti nella letteratura latina e nell’arte romana. Ma anche su reperti di archeologia classica come manufatti di arte erotica. L’esempio più noto è l’arte erotica a Pompei ed Ercolano.

I principi alla base della sessualità europea derivano da quelli romani ad iniziare dal “pudor”, la vergogna-pudore, che regola il comportamento. Sono arrivate ai giorni nostri sentenze di legge che trattano casi di trasgressioni sessuali. Il censore, magistrato incaricato di supervisionare la “moralità pubblica”, aveva anche la facoltà di rimuovere i cittadini ritenuti colpevoli di cattiva condotta sessuale dal senato romano o dall’antica casta aristocratica del patriziato. La sessualità sia tra i romani sia tra i greci era basata sulla moderazione e sulla corretta gestione del piacere sessuale.

Il pudore anche oggi regola sia i rapporti di coppia sia quelli in relazione alla collettività. Altro valore è la “virtus”, la virtù, ancora oggi associata a mascolinità ed auto-disciplina. Anche la donna si ispira alla “Vir” orientando i propri comportamenti sulla base della pudicitia, traducibile in modestia o castità. In realtà la donna doveva esercitare sia il fascino sia l’auto controllo. Solo così era una vera matrona romana. La descrizione della sessualità del mondo Romano antico riguarda soprattutto la sessualità vista dalla prospettiva dei patrizi abbienti uomini.

Oggi nonostante il cristianesimo abbia rivisto alcuni canoni dei comportamenti sessuali, in realtà di fondo italiani ed europei sono più orientati verso l’antica religione romana che promuoveva la sessualità come uno degli aspetti fondamentali di prosperità. A tal proposito nella Roma antica la prostituzione non solo era legale ma anche diffusa e pubblica. Alcuni soggetti artistici oggi classificabili come pornografia facevano parte delle collezioni d’arte delle famiglie più rispettabili e di elevato status sociale. La società romana era tollerante ed aperta, più “evoluta” di quella odierna.

Per i romani era naturale e “moralmente” irrilevante, che un uomo adulto potesse essere attratto sessualmente da adolescenti di entrambi i sessi. Per i romani eterosessuale ed omosessuale non erano un limite o una discriminante. Non c’era una vera distinzione dell’identità di genere o l’orientamento sessuale. I romani non si facevano mancare proprio nulla, si sentivano liberi e tale libertà era normalità. Oggi invece la libertà sessuale non è sempre considerata normalità.