5 Ottobre 2024
CultureGran Bretagna

L’inglese è consolidato come la lingua del futuro

Negli ultimi decenni in Italia come in Europa e nel Mondo la lingua inglese ha assunto un ruolo rilevante, sia a livello scolastico sia commerciale sia scientifico. Soppiantando nei fatti francese e spagnolo, l’inglese è divenuta una lingua fondamentale per comunicare e tale è percepita anche in Nazioni che hanno lingue numericamente dominanti per via dell’alta densità abitativa (vedi ad esempio l’India). L’inglese è consolidato come lingua del futuro come testimonia uno studio condotto dal British Council.

Nonostante il Regno Unito sia definitivamente uscito dall’Unione Europea, infatti, lo studio della lingua inglese in Italia e nell’Europa è un caposaldo. Lo stesso inglese rimane lingua comune a tutte le grandi ex colonie britanniche dall’India all’Australia, passando da piccole ma vivaci realtà come Malta. Gli stessi Stati Uniti d’America mantengono rapporti privilegiati con Londra e la sua cultura. L’inglese americano è la versione della lingua inglese parlata negli Stati Uniti d’America, dove vivono circa due terzi dei madrelingua inglesi.

La lingua inglese è stata introdotta oltre Oceano dalla colonizzazione di Londra. La prima ondata di coloni di lingua inglese giunse nell’America del Nord nel diciassettesimo secolo. In quel periodo in queste aree del Mondo c’erano anche gruppi di popolazione di lingua olandese, spagnola, francese, tedesca, norvegese, svedese, gallese, scozzese, gaelica irlandese, finlandese, russa e delle varie lingue dei nativi americani.

Trajectory ha condotto una ricerca per British Council sull’insegnamento dell’inglese nell’Europa di oggi e sui trend degli anni a venire. British Council si occupa da sempre della diffusione della lingua inglese, in particolare in Europa. Trajectory è un’agenzia di ricerca indipendente specializzata in analisi e previsioni tendenze strategiche. In base a questa ricerca la lingua inglese conserverà il suo ruolo di lingua ponte perché “è più facile da imparare rispetto ad altre lingue molto diffuse (come il cinese)”.

Anzi. Il volume di comunicazioni in questa lingua è destinato ad accrescere anche perché serve “ad economie importanti come quella indiana e quella cinese per entrare nel mercato europeo. Infatti, i volumi di mercato a livello mondiale sono destinati a non diminuire”.

“Oggi, l’inglese è la lingua franca. È così. Bisogna parlare inglese per muoversi nella globalizzazione”. Ad ammetterlo è stato Édouard Philippe, primo ministro francese, a Morocco World News, il 2 marzo 2018.

Lo studio prende in esame il numero degli studenti che nel Vecchio Continente studiano la lingua inglese. Il numero di studenti di inglese nelle scuole è lo stesso nonostante il calo demografico nelle Nazioni Europee. Questo perchè “ci sono meno studenti, ma più scuole insegnano inglese”. Diminuiscono gli studenti in età lavorativa e aumentano gli studenti con almeno 55 anni.

A spingere in questa direzione è la dinamica legata al mondo del lavoro. Infatti in Italia ed in Europa cresce la richiesta di formazione, sia per i figli che per gli adulti in età lavorativa. Sono richiesti aggiornamenti professionali specialistici e conoscenze tecniche. Per via dello spopolamento europeo diminuirà “il numero assoluto di persone che studiano inglese in Europa” ma il calo “sarà ampiamente bilanciato dall’aumento delle esigenze professionali e dei livelli linguistici necessari anche per la maggiore concorrenza”.

Lo studio condotto dal British Council si focalizza sull’Italia e sul mercato del lavoro del BelPaese dove aziende e genitori hanno dovuto prendere atto delle “opportunità economiche date dalla lingua inglese, così è cambiata la mentalità nell’ultimo decennio in Italia”.

Le scelte dei Governi italiani sono andati verso la direzione dell’inglese che è diventato prevalente a scuola rispetto a francese e spagnolo. La lingua inglese si apprende ora già nei primi anni di scuola. Infatti l’età in cui si comincia a studiare inglese – si legge nello studio – “è passata dagli 11 anni (1984) ai 6 anni (2007). La scuola dovrebbe portare a un livello linguistico intermedio (B2), ma questo risultato non è certificato”.

A livello di scolarizzazione in Italia ci sono realtà all’avanguardia come Milano dove, ad esempio, in parecchie università, gli stessi corsi sono tenuti in lingua inglese. La motivazione è piuttosto pratica: in una popolazione studentensca piuttosto multietnica il veicolo di condivisione è la lingua inglese. Da qui la necessità di trovare una lingua comune: l’inglese.

Come non bastasse le famiglie italiane mandano parecchi studenti all’estero, in particolare in Gran Bretagna. Questo fenomeno negli anni a venire rischia di mutare. L’uscita dall’Ue ha fatto salire le rette delle università inglesi. Tuttavia ci sarà un cambio di destinazione. In molti opteranno per Nazioni come Irlanda e Malta dove si parla inglese ed, essendo rimaste nell’Unione Europea, consentono di studiare l’inglese a prezzi più contenuti. Indubbiamente studiare negli istituti britannici aiuta a raggiungere un ottimo livello di lingua inglese.

Sono migliaia le famiglie che in Italia e in Europa sono disponibili ad investire ogni anno sulla formazione dei figli, puntando sulla conoscenza della lingua inglese. “Ai giovani, l’inglese apre più porte sul mercato del lavoro, sia nazionale che internazionale” si legge nel rapporto. Tant’è che ad esempio “le aziende multinazionali comunicano in italiano nei loro uffici italiani, passando all’inglese per le comunicazioni internazionali. In particolare, è importante saper comunicare in inglese via e-mail”. Le continue esigenze di conoscere e migliorare il proprio inglese sono incoraggiate da corsi di lingua inglese on demand sviluppati in collaborazione con British Council.

Gli stessi Governi di mezza Europa, nonostante la Brexit, assegnano all’inglese il ruolo di lingua straniera obbligatoria. Vale non solo ad esempio per l’Italia ma anche per la Grecia, il Portogallo. Le scelte sono di natura economica. I Governi analizzano le tendenze mondiali e vanno nelle direzioni designate dai mercati. L’inglese è la lingua dell’economia globale, le nuove economie si sono adeguate. Vale per India, Cina, Brasile, Russia. Lo studio condotto dal British Council evidenzia come “gli studenti di inglese in Cina aumenteranno del 21,9% nel quinquennio 2017-22”.

La stessa lingua inglese è elemento di valutazione in fase di colloquio di assunzione. Basti pensare che il certificato linguistico è uno dei documenti più importanti tra i requisiti delle selezioni di lavoro in Italia come in Europa e nel Mondo.

A confermare la tendenza di una lingua inglese in espansione sono i fatti. “È la lingua globale per informazione, comunicazione, giochi. Televisione, cinema, internet, musica e social media sono a disposizione di sempre più persone, così il numero di persone che studiano inglese nel mondo è esorbitante: circa 1,5 miliardi” sottolinea il rapporto.

Alla luce dei numeri che sono stati analizzati dalla studio “la lingua inglese rimane una necessità, nonostante il calo demografico nel territorio dell’Unione Europea. Conoscere una lingua straniera è sempre più importante, sia in ambito professionale che personale. Ci sono moltissimi prodotti culturali e sociali in lingua inglese, quindi conoscere l’inglese è più facile e interessante. È improbabile che la scuola pubblica possa portare gli studenti ai livelli di conoscenza richiesti dal mondo del lavoro. Sempre più persone usano forme integrative di studio, che variano con l’età e che possono durare anche tutta la vita”.