23 Aprile 2024
Italia

Anche il 1 maggio lo passeremo chiusi in casa: Angelo Borrelli ha pochi dubbi

L’emergenza covid-19 costringe centinaia di milioni di persone nel Mondo a stare chiude in casa. In Italia tutta la popolazione deve rimanere nelle proprie abitazioni. Una situazione che andrà avanti fino a Pasqua e oltre. Anche il 1 maggio lo passeremo chiusi in casa? “Credo proprio di sì, non credo che passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane”. Lo ha affermato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a “Radio Anch’io” su Rai Radio 1 ribadendo la necessità di avere “comportamenti rigorosissimi”. “Il covid-19 – ha aggiunto – cambierà il nostro approccio ai contatti umani e interpersonali, dovremo mantenere le distanze” per diverso tempo.

“Dobbiamo andare avanti con il massimo rigore” ha ribadito il capo della Protezione Civile a “Circo Massimo” su Radio Capital rispondendo a chi gli chiedeva quando fosse possibile una ripartenza. “Dobbiamo usare misure forti e precauzionali” ha aggiunto, anche perché non è esclusa la possibilità che vi possa essere un ritorno del virus, come dimostrano le nuove misure in Cina.

Borrelli è poi tornato sulla circolare del Viminale che ha suscitato diverse polemiche sottolineando che non ha introdotto alcuna novità. “Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che poi ci sfugge di mano. L’ora d’aria è una misura che non è ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa”.

La cosiddetta ‘fase 2’ di convivenza con il virus potrebbe iniziare a metà maggio, anche se “al momento non c’è alcuna certezza” ha spiegato il capo della Protezione Civile a ‘Circo Massimo’ ricordando che se si faranno tamponi a tappeto, indagini sierologiche e demoscopiche sulla rete di contagi, spetterà agli esperti del comitato-tecnico scientifico deciderlo. E su questo si sta già lavorando.

Il 16 maggio potrebbe essere la data giusta per la fase 2? “Se l’andamento non cambia, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo, dipende dai dati” ha risposto Borrelli sottolineando che al momento la situazione è stazionaria”. “Dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”. La situazione attuale, ha concluso, consente però di “dare un po’ di respiro alle strutture sanitarie e alle terapie intensive: si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura”.

E prosegue anche la polemica tra la Regione Lombardia e la Protezione civile. Questa mattina l’assessore al Welfare, Giulio Gallera ha affermato che dalla Protezione Civile alla Lombardia in sei settimane “sono arrivate mascherine” necessarie “per quatto giorni e mezzo”.

“C’è una difficoltà di tutti – ha premesso Gallera – non voglio dire che la Protezione Civile tiene nascoste le mascherine o altri prodotti. Sta di fatto che noi abbiamo distribuito circa 2,5 milioni e mezzo di mascherine della Protezione civile e circa 10 milioni le abbiamo acquistate noi, questa è già una proporzione. Ma noi abbiamo bisogno solo per gli ospedali di 300 mila mascherine al giorno, e per l’intero sistema anche delle Rsa e dei medici di medicina generale circa 500 mila, quindi a noi sono arrivate mascherine per 4 giorni e mezzo su sei settimane”.

Dal canto suo il governatore della Lombardia, Attilio Fontana precisa di non aver “mai cercato di fare polemiche, direttamente non ne ho mai fatte ma quando vedo accuse su argomenti su cui non abbiamo responsabilità o sulla sanità lombarda allora mi girano le scatole e mi lascio andare a dire anche io qualcosa di polemico”. “Spero che non ce ne siano più” di polemiche, lavoro 14 ore al giorno per cercare di risolvere i problemi e devo buttare via le ore anche per rispondere alle lettere e alle polemiche. – ha concluso -. Se potessi dedicarmi solo al lavoro sarei più contento per me e per i cittadini. Quando c’è una polemica mi sento di offendere i miei cittadini, perché non è giusto. Ci sono momenti però in cui l’offesa si rivolge alla sanità, a cose non vere e in quei casi bisogna reagire”.

La Regione Lombardia prosegue la polemica anche sul fronte delle mascherine: “Sull’autorizzazione dei materiali c’è un tappo a Roma, non vogliamo fare polemica diciamo: autorizzateci le mascherine e tutto ciò che può essere utilizzato” ha detto il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, parlando a SkyTg24 chiarendo che “hanno le specifiche tecniche, le abbiamo lavorate con il Politecnico di Milano e con gli imprenditori lombardi” e la mascherina prodotta da “Fippi ha tutti i requisiti tecnico-scientifici, abbiamo bisogno della validazione dell’Istituto Superiore di Sanità per cominciare a distribuire le mascherine che ci siamo fatti da soli” e “ripeto i requisiti scientifici sono stati validati dal Politecnico di Milano”.