20 Aprile 2024
CultureFrancia

Quand faire c’est dire: le installazioni video create da Angelica Mesiti

Fino al 12 maggio 2019 a Parigi presso le sale Palais de Tokyo, sarà visible la mostra dal titolo: “Quand faire c’est dire” di Angelica Mesiti. Essa comprende installazioni video dell’artista create nel periodo che va dal 2012 al 2017. L’esposizione è caratterizzata attorno al linguaggio non verbale. Il titolo della mostra, “Quand faire c’est dire”, è ispirato a quello di un’opera del filosofo della lingua John Langshaw Austin che raccoglie una serie di conferenze che aveva tenuto nel 1955, pubblicate con il titolo Quando dire è fare.

Il filosofo sviluppò l’idea che, contrariamente a quanto precedentemente ammesso, un’affermazione non è necessariamente limitata a descrivere uno stato di fatto, ad essere costanti, perché alcuni sono essi stessi l’atto che designare. Denomina le ultime dichiarazioni performative. La sua analisi sconvolge la linguistica aprendo un nuovo campo: la teoria degli atti linguistici.

“Quando fare è dire”: video installazioni di Angelica Mesiti

L’inversione simbolica della dichiarazione performativa descritta da John Langshaw Austin illustra il lavoro che Angelica Mesiti ha sviluppato per molti anni intorno alla comunicazione non verbale. Allo stesso tempo, con lunghe ricerche e incontri fortuiti, le sue installazioni video sono interessate alle potenzialità del linguaggio al di fuori del parlato e della scrittura. Per la sua prima mostra personale in un’istituzione francese, vengono raccolte opere emblematiche che ha realizzato tra il 2012 e il 2017 e che non sono mai state presentate in Francia.

Angelica Mesiti esplora il potenziale del linguaggio non verbale

Le installazioni video di Angelica Mesiti si stanno diffondendo ampiamente nella Seine Gallery, generando un viaggio coinvolgente sempre più sperimentale man mano che la visita avanza. Il visitatore è invitato a partecipare attivamente. La sfida di questi dispositivi è l’esplorazione del “ruolo sociale della performance e della musica”. L’artista studia come l’uno e l’altro “possono creare un legame nelle strutture collettive”. Per questo, crea nuovi linguaggi da sistemi esistenti: realizza spettacoli musicali da paesi lontani, organizza un coro di lingua dei segni nel video Silent Polyphony o la adatta con la musica. , danza e scultura un messaggio Morse codificato nell’installazione video Relay League.