Barcelona, appello civico: non lasciamo soli gli anziani durante le feste
Le festività sono per definizione tempo di incontro, ma per molti anziani possono trasformarsi in giorni di isolamento. Nella capitale catalana, tra estate che svuota i quartieri e periodi come il 15 agosto (festività dell’Assunzione) o il Natale, il rischio di rimanere senza visite e senza telefonate è concreto. L’invito che circola tra famiglie, vicini e amici è semplice: ricordarsi di chi abita accanto e ha più anni sulle spalle, perché una piccola attenzione può fare la differenza.
Nel tessuto urbano di Barcelona – dall’Eixample a Gràcia, da Sant Martí a Sants – la vita di quartiere resta una risorsa. Un saluto sulle scale, una breve telefonata, un invito a scendere per una passeggiata o per un caffè al bar di zona sono gesti alla portata di tutti. “Qui té un amic, té un tresor” ( “chi ha un amico ha un tesoro”): il proverbio ricorda che la compagnia è un bene prezioso, soprattutto quando la città rallenta e molti partono in vacanza.
La solitudine non è un fatto privato, è un tema di comunità. I negozi di prossimità e i portinai notano spesso le assenze e possono essere i primi a lanciare un campanello d’allarme, ma serve l’attenzione di ciascuno. “De mica en mica s’omple la pica” (“poco a poco si riempie il lavandino”): significa che i piccoli gesti, sommati, creano un grande effetto. Una spesa condivisa, accompagnare a ritirare un farmaco, leggere insieme il giornale o aiutare con il telefono per una videochiamata ai parenti lontani: sono azioni semplici che ridanno ritmo e valore alla giornata.
Durante le feste, poi, il tempo assume un peso diverso. Per chi vive solo, i pranzi e le serate possono sembrare più lunghi. “Val més prevenir que curar” (“meglio prevenire che curare”): programmare in anticipo una visita o una chiamata, concordare un’uscita o lasciare un contatto utile sul frigorifero sono accortezze che evitano giornate di silenzio. Anche un messaggio il giorno prima può rassicurare: “Domani passo a trovarti”.
La lingua quotidiana di Barcelona suggerisce un’altra immagine: “fer caliu”, fare calore. Non è un proverbio, ma un invito a creare vicinanza. Il calore umano non richiede grandi mezzi: un dolce portato a casa, una cartolina, cinque minuti di conversazione sul balcone. Gesti minimi che, per chi è anziano, valgono più di qualsiasi regalo costoso. E per chi offre il proprio tempo, la ricompensa è immediata: la sensazione di appartenenza, il sorriso di chi si sente visto.
Infine, ricordiamo che non serve un motivo speciale per bussare alla porta di un vicino. Le feste sono un’occasione, non l’unica. La costanza vince sulla straordinarietà. “Qui estima, cuida” (catalano: “chi vuole bene, si prende cura”): prendersi cura significa esserci, con regolarità, senza invadenza ma con attenzione. Barcelona è una città viva, fatta di piazze, mercati e scale di condomini: tenerle abitate anche affettivamente è responsabilità di tutti. Perché nessuno, soprattutto un anziano, debba passare le feste in silenzio.
