Il vocabolario del dialetto di Maierato curato da Domenico (Mimmo) Rizzo e Massimo Brundia a breve nelle migliori librerie
A partire dal XIX secolo cominciarono a comparire al Nord quanto nel Sud Italia vocabolari dialettali (anche se non mancano edizioni del XVI e XVII secolo), documenti della parola che riproposero il grande dibattito sulla “questione della lingua” di cui il Bembo e il Manzoni ne aprirono il dibattito. Lo scopo di questi sacrari della parola tra definendum e definiens (dialetto verso italiano) fu sempre quello di descrivere la varietà lessemica e semantica all’interno di una specifica area geografica in cui vive una precisa comunità, ovvero di una speech-community.
Domenico (Mimmo) Rizzo e Massimo Brundia da anni studiano i linguaggi multipli della comunità di Maierato, il loro paese di origine, nella provincia di Vibo Valentia, usando la parlata dialettale locale come strumento storico-linguistico e socio-relazionale in cui ricadono i campi della ricerca storiografica (il luogo di residenza, l’attività lavorativa, gli aspetti relazionali, religiosi, della festa e del cibo). Le due opere monumentali “M’arricordu” e “Ancora M’arricordu” vanno in questa direzione con versi che recuperano la vita e la vitalità maieratana il cui idioma fu studiato per diversi anni anche all’università di Pittsburgh.
Oggi i due autori di questo borgo dell’angitolano stanno per pubblicare un’opera che va a segnare l’anima, lo spirito della Parlata di Maierato, si tratta del Vocabolario Dialettale Commentato di Maierato. Uno strumento linguistico che va a colmare una mancanza di primaria importanza a completare l’identità dei luoghi che ricadono nel territorio di Maierato (Rocca Angitola, Pimé, Montesanto) tra identità e memoria, lessicografia ed etimologia. Una opera di pregio che gli amici di sempre Mimmo e Massimo documentano con ricchezza di commento relazionale al fine di rendere meglio comprensibile la cultura della propria gente (quella di Maierato) in rapporto anche ai paesi vicinoricon proiezione di influenze linguistiche ma anche di neologismi che nell’odierno sono parole maieratane tout court..
Un lavoro che parte dalla registrazione propria sul campo dell’uso della parola, da pubblicazioni dialettali di autori del luogo (Domenico Reale, Joseph Vittorio Greco, Domenico Burello, Pino Cinquegrana) ma anche dalla struttura di altri vocabolari del vibonese come Luigi Accattatis, Lorenzo Galasso, Bruno De Caria, Gehrard Rohlfs). Sstrutturare un vocabolario è cosa assai complessa perché intricata è la lingua che va dal riconoscere forme autoctone e poi, prestandosi l’agire archeologico, ritrovare cambiamnete e nuovi adattamenti che passano anche attraverso la grande Letteratura (Dante, Boccaccio e numerosi altri) ed è questa., in ultimo e non per ultimo la grandezza intellettuale dei due ricercatori e studiosi maieratani che con questo vocabolario con oltre 5000 parole consegnano alla comunità di Maierato la chiave per entrare nel mondo della parola di questa terra.