17 Settembre 2025
Italia

Ultimo saluto a Papa Francesco: Voce nel deserto

Oggi,
nell’arsura muta del mondo,
stendo il pensiero come un manto
sull’abisso dell’indifferenza.
Per lui,
solo per lui,
alito fragile ed eterno,
spoglio di ogni orpello,
che osò chiamare fratelli
i dimenticati della polvere,
e sfidare i troni incrostati
di potere e menzogna.
Il cielo si piega,
un arco dolente sopra le pietre,
e l’eco delle sue mani nude
vaga tra le spine delle città,
tra le sabbie dei cuori
mai fecondati dalla compassione.
Francesco,
giardiniere d’invisibili primavere,
hai parlato in lingue d’acqua
a chi beve solo ferro.
Hai intessuto pace
su telai spezzati dall’avidità,
hai innalzato giustizia
come una casa d’aria
in un deserto senza miraggi.
Ma il mondo
ha serrato gli occhi,
ha lasciato che il vento
divorasse i semi.
Oggi,
solo il silenzio può gridarti,
solo il silenzio sa farsi preghiera:
non in cattedrali di marmo,
ma nelle fenditure aperte
delle nostre anime smarrite.
Oggi,
ti accompagna il pensiero
di chi ha ancora sete
della tua voce,
voce che fu
e resta
lampo di verità
in un cielo di ceneri.