Dal Friuli Venezia Giulia tanta attenzione ai corregionali all’estero
“Il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane che dedicano maggiore attenzione ai corregionali all’estero e agli enti che ne curano i rapporti. La loro numerosità in tutto il mondo la dice lunga sulla storia e sulle molteplici identità del nostro territorio. La Regione ha sempre sostenuto e continuerà a promuovere il legame con i corregionali, riconoscendo in essi un elemento di orgoglio”.
Sono le parole dell’assessore regionale alle Autonomie locali con delega ai Corregionali all’estero Pierpaolo Roberti, che nei giorni scorsi ha incontrato nel palazzo della Regione a Trieste, assieme al presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin, una delegazione dell’Ente friulano assistenza sociale culturale emigranti (Efasce) – Pordenonesi nel mondo. Un gruppo di 27 persone, provenienti da Canada, Stati Uniti, Brasile e Uruguay, che hanno partecipato ai due progetti realizzati da Efasce con il contributo della Regione: “Alla ricerca delle proprie radici”, dedicato espressamente ai giovani, e “Destinazione Fvg”, rivolto alle famiglie dei Paesi citati affinché possano tornare a visitare il luogo d’origine dei propri antenati.
“Il territorio che avete l’occasione di riscoprire durante questo soggiorno è diverso da quello vissuto dalle generazioni del secolo scorso – ha aggiunto Roberti rivolgendosi al gruppo di corregionali, guidato dal presidente Gino Gregoris e dalla vicepresidente Luisa Forte -. Una terra caratterizzata da maggior benessere, non più ai margini del Paese ma al centro dell’Europa, grazie alla caduta dei confini, e ricca di nuove opportunità professionali. Auspico che possiate portare a casa un ricordo positivo da questa esperienza e che, da essa, possano nascere per voi e le vostre famiglie ulteriori occasioni di tornare in Friuli Venezia Giulia”. L’assessore ha ricordato l’importanza dei progetti legati al turismo delle radici, di cui ricorre nel 2024 l’anno ufficiale. “Abbinare la voglia di viaggiare a quella di scoprire le proprie origini – ha osservato Roberti – offre notevoli potenzialità anche in chiave turistica, favorendo la frequentazione di mete non convenzionali per visitare i paesi dove i propri nonni o bisnonni sono nati”.