VR-Teatro Laboratorio Spazio Archivio ospita due nuovi spettacoli
Il Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio ospita questa settimana due spettacoli per i progetti speciali del Festival “Non c’è differenza” #festivalnoncedifferenzatuttolanno. Giovedì 14 e venerdì 15 ottobre ore 21.00 è di scena allo Spazio Archivio Teatro Laboratorio (via Tommaso da Vico 9, Verona) ONISIO FURIOSO. Il testo di Laurent Gaudé affronta il tema della modernità del mito e lo fa costruendo un personaggio che si muove tra la poesia e l’epopea, tra la parola tragica e la quotidianità. Gaudé riscrive una figura mitologica simbolica e carica di rimandi, Dioniso, divinità crudele e cruenta e allo stesso tempo vitale. Segno di morte e di vita. La dimensione simbolica vede un personaggio che è allo stesso tempo uomo e donna, giovane e vecchio; uno degli ultimi dei ad entrare nel pantheon greco, in empatia con coloro che lo venerano e allo stesso tempo di una grande violenza, attraente e respingente. Dioniso è il dio dei mendicanti, dei senza nome, di quelli che non hanno nemmeno una storia. Gaudé, nella scelta del nome, compie un gesto significativo e carico di rimandi simbolici utili alla definizione del personaggio teatrale, della sua essenza e del suo profilo, fa saltare le prime lettere che ne richiamano la dimensione divina, lasciando alla sua scrittura e alla scena, quella terrena; Onysos è così uomo, i suoi impulsi sono i nostri: amore, tristezza; riparte dalla strada per dare una definizione e un volto a questa divinità oggi scesa in terra. Da una qualsiasi strada di una metropoli occidentale il nostro “uomo” inizia il suo racconto.
Laurent Gaudé (premio Goncourt 2004) scrittore e drammaturgo francese, ha pubblicato romanzi e pièces teatrali di notevole successo. Regia, scena e paesaggio sonoro Luca Mazzone. Con Giuseppe Pestillo (attore diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, tra le numerose esperienze lavorative è protagonista al 53° Festival di Spoleto della commedia “Le conquiste di Norman” di Alan Ayckbourn. Tra gli ultimi lavori televisivi ricordiamo “Figli del destino” e “I bastardi di Pizzofalcone”). Costumi ed elementi scenici Giulia Santoro – luci Fiorenza Dado e Gabriele Circo- Produzione Teatro Libero.
Sabato 16 ottobre ore 21 è di scena FUCK ME(N), regia di Liv Ferracchiati, uno dei registi più incisivi dell’ultima generazione, rivelazione della nuova drammaturgia under 35 in Italia, artista che con la sua riflessione sul genere ha conquistato la scena nazionale. Un testo crudo, scritto a sei mani da tre drammaturghi importanti nel panorama italiano: Giampaolo Spinato, Massimo Sgorbani e Roberto Traverso. È una riflessione schietta sul superuomo o, come viene definito da Michele Serra su Repubblica il “Supermachismo rampante degli anni ’20 del nuovo millennio”. Tre generazioni di maschi a confronto, diversi in tutto, tranne per una cosa: sono dei Fuck Me(n). Uomini forti che rappresentano tre figure del maschio contemporaneo: il potere, l’educazione e la paternità. Uno stimato professore di sessant’anni ipersessuale, un padre che spiega il mondo al figlio prendendo come modello gli incontri di Cassius Clay, ed un altro padre che, per errore, ha dimenticato suo figlio in macchina sotto il sole. Non c’è un giudizio, ci sono tre confessioni, tre personaggi sicuri, apparentemente inossidabili e tremendamente certi che loro non possono sbagliare mai e se lo fanno, non è per colpa loro. Il ritratto di un uomo alle prese con se stesso e che si riproduce, socialmente, in figli che prenderanno il suo posto. Tre figure forti e possenti, dietro alle quali si nasconde però tutta la fragilità di un mondo che va in frantumi al primo alito di vento.
Dice il regista Liv Ferracchiati ospitato anche lo scorso anno dalla Biennale Teatro con uno dei classici della letteratura teatrale (il “Platonov” di Čechov): “Quando Emanuele Cerra mi ha proposto questi tre testi mi è subito sembrato evidente che c’era la possibilità di parlare della gabbia sesso-genere e delle sue connessioni col potere che viene esercitato. Di come, in particolare, nei momenti più intimi, avviene, inconsapevole, il nostro apprendistato all’essere uomini e donne. Queste figure raccontano tre diverse tipologie di maschile tossico: un professore animale vittima della sua bulimia di sesso e potere; un uomo come tanti, un uomo un po’ troppo devoto alla violenza, incapace di verbalizzare la sua frustrazione; infine, un padre, che sul filo dell’equilibrio mentale, dichiara, via via sempre più apertamente, la sua intolleranza nei confronti del suo stesso figlio. Questi personaggi apparivano a prima lettura tre mostri disperati, senza luci. Leggendo meglio però veniva sempre più in evidenza che i tre carnefici erano stati, a loro volta, vittime di un sistema che forma il ruolo di genere maschile, di padre in figlio, in modo totalmente scisso da quelle che sono le esigenze naturali dell’essere umano. Bisogna che i padri interrompano la trasmissione di questi falsi saperi, che brucino certe maschere. Niente è più doloroso di una liberazione. Il lavoro sul montaggio dei tre monologhi segue questa direzione. Da una parte rende, di fatto, i tre monologhi, un testo unico, dall’altra crea una sorta di dimensione simbolica in cui i tre si confrontano e confessano con se stessi e con il pubblico. Un teatro ironico, sarcastico, spietato, crudo, consolante solo attraverso la catarsi dello spettatore.
Scritto da Giampaolo Spinato, Massimo Sgorbani, Roberto Traverso – adattamento e regia Liv Ferracchiati – con Giovanni Battaglia, Emanuele Cerra, Paolo Grossi – luci Emanuele Cavazzana – costumi Lucia Menegazzo – fonica Giacomo Agnifili – produzione Evoè!Teatro. Posto unico € 10,00. Persona con disabilità + accompagnatore € 1+1. Prenotazione consigliata scrivendo a info@teatroscientifico.com – 0458031321 – 3466319280 www.teatroscientifico.com Gli eventi si svolgeranno nel pieno rispetto delle vigenti normative anticovid.