Non tutti in Europa fanno attività fisica ma qualcosa sta cambiando
Il Vecchio Continente è “abbonato” alla sedentarietà, un fattore che favorisce migliaia di decessi in più all’anno e la perdita di tanti mesi di vita in buona salute. A fotografare la situazione in Italia e in Europa è l’annuale rapporto European Health Report. I numeri certificano come in Europa una persona su cinque fa poca o nessuna attività fisica. A preoccupare soprattutto l’Europa meridionale e orientale. L’attività fisica inoltre diminuisce drasticamente all’aumentare dell’urbanizzazione.
La fotografia dei report annuali presenta notevoli differenti. Non tutti gli europei sono pigri e non praticano attività fisica. Anzi. Il trend si sta invertendo. L’ultimo anno di pandemia ha indirettamente sensibilizzato migliaia di persone sull’importanza di fare attività fisica. Causa restrizioni covid in Europa l’attività fisica in strutture come centri fitness e palestre è andata a singhiozzo, ma è cresciuta esponenzialmente la pratica fisica individuale sia tra le mura domestiche sia all’esterno. La corsetta, l’allenamento in casa. Soprattutto quest’ultimo con il supporto di attrezzi sportivi, facilmente reperibili ed utilizzati. Ecco maggiori informazioni.
Dieta, attività fisica e salute sono tornati al centro del dibattito in Italia, in Europa e nel Mondo. Mai come oggi è chiaro agli Stati membri dell’Unione Europea che l’attività fisica va posta, insieme alla sana e corretta alimentazione, al primo posto per contrastare le malattie croniche.
I numeri stanno cambiando. Quattro europei su dieci praticano sport almeno una volta alla settimana. Almeno sei su dieci praticano esercizi fisici almeno una volta alla settimana. Gli uomini sono più sportivi rispetto alle donne, in particolare tra i 15 e i 24 anni. Purtroppo il numero dei praticanti sport va diminuendo all’aumentare dell’età. Oltre i 70 anni chi pratica attività fisica è più del 20%. Ad incidere anche lo stato socio-economico. I sedentari sono tanti soprattutto tra coloro che hanno bassa scolarizzazione e difficoltà economiche. Si tratta di un gap da colmare e anche in fretta. Anche perché la pandemia ha fatto comprendere quanto la salute di tutti è a rischio se non si ha la possibilità di migliorare la qualità di vita complessiva.
Chi abita nei Paesi dell’Europa del Nord è più sportivo, soprattutto in Finlandia, Svezia e Danimarca. Male Bulgaria, Grecia e Italia. Troppo bassa in Italia la percentuale di cittadini che praticano sport in modo regolare e corretto. In Italia al di là di formazione e reddito incidono parecchio le cattive abitudini. Su questo fronte bisogna percorrere tanta strada nel BelPaese.
Il gap va colmato sin da piccoli perchè una notevole percentuale di bambini e adolescenti in Italia e in Europa non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica e la pratica diminuisce con l’età. Anche se, come riportato in apertura, qualcosa in più si muove, grazie anche ad una maggiore attenzione da parte delle famiglie. Le differenze in Europa possono essere collegate a fattori di carattere ambientale, dalla disponibilità di attrezzature per il tempo libero alla presenza di ambienti sociali di supporto e sostegno. Qui i Governi devono fare la loro parte in modo significativo.