25 Aprile 2024
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Oropa il più importante Santuario mariano delle Alpi

Il Santuario di Oropa è il più importante Santuario mariano delle Alpi. Si trova in uno scenario unico e incontaminato a 1200 m. di altezza, a soli 20 minuti dal centro di Biella. Il complesso monumentale si sviluppa su tre piazzali a terrazza: cuore del Santuario è la Basilica Antica dove è custodita la Madonna Nera.

Il cuore spirituale del Santuario è la Basilica Antica realizzata nel Seicento, in seguito al voto fatto dalla Città di Biella in occasione dell’epidemia di peste del 1599. Nel 1620, con il completamento della Chiesa, si tenne la prima delle solenni incoronazioni che ogni cento anni hanno scandito la storia del Santuario. La facciata è stata progettata dall’architetto Francesco Conti. Semplice nell’eleganza delle venature verdastre della pietra d’Oropa, è nobilitata dal portale, più scuro, che riporta in alto lo stemma sabaudo del duca Carlo Emanuele II, sorretto da due angeli in pietra. Sull’architrave del portale si trova scolpita l’iscrizione “O quam beatus, o Beata, quem viderint oculi tui”, che dai primi decenni del sec. XVII è il saluto augurale che il pellegrino, raggiunta la meta, riceve varcando la soglia della Basilica.

Innalzata sul luogo dove sorgeva l’antica chiesa di Santa Maria, conserva al suo interno il Sacello eusebiano, edificato nel IX secolo. Nella calotta e nelle pareti interne del Sacello sono visibili preziosi affreschi risalenti al Trecento, opera di un ignoto pittore, detto il Maestro di Oropa. Il ciclo di affreschi, incentrato sulla Vergine e su alcuni santi che dovevano essere molto venerati nell’antico romitorio, rappresenta una preziosa testimonianza di iconografia sacra. All’interno del Sacello è custodita la statua della Madonna Nera, realizzata in legno di cirmolo dallo scalpello di uno scultore valdostano nel XIII secolo. Il manto blu, l’abito e i capelli colore oro fanno da cornice al volto dipinto di nero, il cui sorriso dolce e austero ha accolto i pellegrini nei secoli.

Secondo la tradizione, la statua venne portata da Sant’Eusebio dalla Palestina nel IV secolo d.C. mentre fuggiva dalla furia della persecuzione ariana. Adoperandosi per la diffusione della devozione mariana, Sant’Eusebio avrebbe nascosto la statua tra le rocce dove ora sorge la Cappella del Roc, costruita nella prima metà del Settecento dagli abitanti di Fontainemore, località valdostana ancora oggi fortemente legata al Santuario dall’antica processione che si snoda ogni cinque anni tra i monti che separano le due vallate.