Viaggiare meglio: l’importanza dell’accessibilità per musei
I musei sono i depositari della storia, dell’arte e della cultura di migliaia di popoli. Quando ne visitiamo uno è come se riuscissimo a compiere un lungo percorso con la sola mente. Si esce cambiati e migliorati. Per questo i musei sono tappe a cui non dovresti rinunciare.
Cosa significa viaggiare?
Alcuni di noi viaggiano per concedersi un momento di relax, altri per fare nuove esperienze e altri ancora perché costretti da ragioni professionali.
Qualunque sia il motivo che spinga a spostarci dalla comfort zone delle nostre quattro mura domestiche, viaggiare significa per tutti cambiare. Un cambiamento inteso come sinonimo di abbattimento delle frontiere della mente.
Quando viaggi la tua mente è costantemente stimolata dagli impulsi provenienti dall’esterno: impari modi di parlare, di vivere e di pensare.
Il museo è uno dei pochissimi luoghi in grado di eccitare la tua mente in egual misura. Nel breve tempo di una visita impari tante cose nuove. Tuttavia, non si tratta mai di un apprendimento meccanico come quello che a scuola ci annoiava tanto, ma di un’esperienza che ti coinvolge a tutto tondo.
La tua mente viene plasmata, anche quando non te ne accorgi. Alla fine di una visita cambia il modo in cui guardi al mondo che ti circonda e alle persone che incontri. I musei hanno il potere di aprire i confini della mente a intere generazioni, per questo sono strumenti insostituibili.
Musei accessibili, una necessità per il nostro futuro
Proprio per l’importanza che hanno i musei, quali strumenti di apprendimento, è indispensabile che questi siano accessibili a tutti.
La cultura e le informazioni di cui questi sono portatori non possono essere fruibili solo a una circoscritta minoranza, ma devono esserlo indipendente dalle barriere personali e culturali.
Da questa consapevolezza nasce il crescente dibattito sull’accessibilità dei musei.
Il museo non deve essere un mausoleo di vecchie glorie, ma un luogo di scambio e confronto. Non dobbiamo venerare l’arte e la scienza, ma farle nostre. Per far ciò è innanzitutto indispensabile che vengano abbattute le barriere linguistiche. I servizi di internazionalizzazione, come quelli che puoi trovare su www.a-stw.com, servono proprio a questo: a dare accessibilità linguistica alle informazioni.
In una società multiculturale e globalizzata come la nostra per i musei è impensabile farsi limitare dai confini nazionali che li contengono.
Per questo oggi moltissime strutture hanno scelto di adottare un approccio multilinguistico, per esempio il Guggenheim di New York, il quale è stato il primo di una lunga schiera di musei ad aprire il dibattito sulla lingua e ad attrezzarsi affinché potesse essere fruibile al più vasto pubblico.
Tuttavia, perché l’obiettivo della massima accessibilità sia raggiunto occorre avere riguardo a tutti i modi in cui la cultura può essere percepita.
Non tutti possiamo apprendere tramite occhi e orecchie, per questo il dibattito sulla fruibilità dei musei è stato esteso anche ai problemi connessi alla disabilità. D’altronde, se si eliminano le barriere, la disabilità non è più un limite.
La Pinacoteca Nazionale di Ferrara, ad esempio, ha scelto di dar vita a percorsi multisensoriali. Percorsi innovativi che si avvalgono di supporti tattili, visivi o audio, capaci di rendere i musei accessibili anche a coloro che non potrebbero tramite i canali comuni. La cultura deve essere uno strumento di cui noi tutti dobbiamo poterci servire e non il contrario. Con musei più accessibili i visitatori non sono solo delle comparse, ma protagonisti dell’esperienza di apprendimento. La cultura ha l’indubbio pregio di abbattere le differenze, ci rende migliori, e se tutti possiamo farla nostra il futuro ci offrirà prospettive inimmaginabili.