Hashish in Europa: dove è legale e quali sono le normative in vigore
Se stai pensando di viaggiare in Europa o semplicemente vuoi capire meglio cosa puoi (e non puoi) fare con l’hashish nei vari paesi europei, sei nel posto giusto. Le leggi sulla cannabis, infatti, cambiano parecchio da un confine all’altro: in alcuni luoghi puoi coltivare qualche piantina sul balcone, in altri rischi una multa salata solo per averne addosso una piccola quantità. Insomma, non è proprio il caso di improvvisare.
Conoscere le regole locali non è solo una questione di legalità, ma anche di buon senso: ti aiuta a viaggiare tranquillo, evitare guai e magari scoprire realtà più aperte e regolamentate dove il consumo è visto come una scelta personale, non un reato. In questa guida facciamo un giro d’Europa per capire dove l’hashish è legale, dove è tollerato e dove invece è ancora tabù. Pronto a partire?
Malta: pioniera nella legalizzazione
Nel 2021, Malta è diventata il primo paese dell’Unione Europea a legalizzare la cannabis per uso ricreativo. Con la legge approvata dal Parlamento maltese, gli adulti hanno la possibilità di possedere fino a 7 grammi di cannabis e coltivare fino a quattro piante per uso personale. Inoltre, Malta ha istituito i “Cannabis Social Clubs”, associazioni senza scopo di lucro che possono distribuire cannabis ai propri membri registrati. Questo modello ha reso Malta un pioniere nella legalizzazione della cannabis in Europa, con l’intento di regolamentare e controllare il mercato in modo sicuro e responsabile.
Lussemburgo: un passo verso la legalizzazione
Il Lussemburgo ha annunciato nel 2021 l’intenzione di legalizzare la cannabis per uso ricreativo, consentendo ai cittadini di coltivare fino a quattro piante per uso personale. Sebbene la legge sia stata approvata, la vendita al dettaglio di cannabis non è ancora stata implementata, e la legge è ancora in fase di sviluppo. Tuttavia, il paese si sta preparando ad affrontare una nuova fase legislativa che potrebbe trasformarlo in uno dei primi stati in Europa a liberalizzare completamente il mercato della cannabis, seguendo l’esempio di Malta.
Germania: legalizzazione parziale
Nel 2024, la Germania ha approvato una legge che permette la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo, ma con limitazioni. Gli adulti possono possedere fino a 25 grammi di cannabis e coltivare fino a tre piante per uso personale. La vendita avverrà solo attraverso club autorizzati, e l’acquisto da parte di turisti sarà vietato. Questo segna un importante passo verso una regolamentazione più ampia, ma il mercato tedesco rimarrà comunque fortemente controllato, almeno nel breve periodo.
Paesi Bassi: politica della tolleranza
Nei Paesi Bassi, la cannabis è tecnicamente illegale, ma la legge è applicata con una politica di tolleranza. I “coffeeshop” sono autorizzati a vendere cannabis per consumo sul posto, ma devono rispettare rigide normative, come il divieto di vendita di alcolici e la limitazione della quantità di cannabis in magazzino. Inoltre, il possesso di piccole quantità per uso personale (fino a 5 grammi) è generalmente tollerato dalle autorità, rendendo il paese uno dei luoghi più permissivi in Europa per quanto riguarda l’uso della cannabis. Tuttavia, il mercato non è completamente legalizzato, e la cannabis resta un prodotto illegale al di fuori delle strutture autorizzate.
Spagna: consumo privato consentito
In Spagna, la cannabis non è legale per uso ricreativo, ma il consumo in privato è decriminalizzato, e la coltivazione per uso personale è consentita in spazi privati. La legge spagnola permette anche la creazione di “Cannabis Social Clubs”, che operano in una zona grigia legale e permettono la coltivazione e distribuzione della cannabis solo tra membri registrati. Tuttavia, la vendita e il consumo pubblico sono illegali. La Spagna rappresenta quindi un caso interessante di legalizzazione parziale, dove il consumo e la coltivazione sono tollerati, ma la distribuzione rimane sotto il controllo di associazioni e club privati.
Portogallo: depenalizzazione e uso medico
Dal 2001, il Portogallo ha depenalizzato il possesso di tutte le droghe, inclusa la cannabis, per uso personale. La cannabis terapeutica è legale dal 2018 e può essere prescritta da medici e acquistata in farmacia. La coltivazione per uso personale non è legale, e il paese mantiene una posizione severa sulla vendita e la distribuzione di cannabis. Tuttavia, il Portogallo è stato un pioniere nella depenalizzazione delle droghe e ha creato un sistema di gestione che consente un trattamento più equo e meno punitivo per i consumatori di sostanze.
Francia: severità normativa
La Francia mantiene una posizione severa nei confronti della cannabis. Il possesso, la vendita e la coltivazione sono severamente vietati e possono comportare pene detentive. Il governo francese ha adottato una politica dura, ma l’uso medico della cannabis è stato autorizzato in via sperimentale dal 2021. Questa sperimentazione riguarda esclusivamente i pazienti con condizioni gravi e non ha ancora portato a una liberalizzazione per uso ricreativo. La Francia rappresenta quindi uno dei paesi europei con la legislazione più restrittiva sul tema della cannabis.
Regno Unito: uso medico limitato
Nel Regno Unito, la cannabis è legale solo per uso medico, ma l’accesso è limitato e regolato. Il possesso, la vendita e la coltivazione per uso ricreativo rimangono illegali e possono comportare sanzioni penali. Tuttavia, l’uso medico della cannabis è stato autorizzato nel 2018, ma solo in casi particolari, come nel trattamento di epilessia grave o sclerosi multipla. L’accesso è altamente controllato, e la cannabis è prescritta solo da specialisti in casi selezionati.
Italia: il freno del ddl sicurezza al CBD
Prima del 4 aprile 2025, in Italia la cannabis con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% era completamente legale, così come tutti i prodotti da essa derivati e commercializzati su siti come Gold CBD. Il DDL Sicurezza approvato in quella data, ha vietato la vendita di cannabis light con THC sotto lo 0,2%, equiparandola alle droghe pesanti. Questo ha colpito duramente il settore del CBD legale in Italia. Sono stati presentati ricorsi per violazione delle normative europee sulla libera circolazione delle merci e dei principi costituzionali italiani.