31 Ottobre 2025
Editoriali

“Signore abbi pietà di me”

Nella sua quarta udienza generale Leone XIV ha trattato la parabola di Bartimeo. Chi era quest’uomo e cosa insegna a noi la sua storia di dolore e di rinascita?

Dí guarigioni e miracoli Gesù nel Vangelo ne ha fatti veramente tanti. Molti di questi sono avvenuti perché qualcuno ha gridato aiuto. Ed è il caso proprio di questo uomo cieco.

“Con questa catechesi – ha detto Papa Leone – vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati.

Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci”.

Bartimeo ci aiuta a capire che non bisogna mai abbandonare la speranza, anche quando ci sentiamo perduti. Gesù lo incontrò a Gerico (cfr Mc 10,40-52).

L’Evangelista dice che è seduto lungo la strada, dunque ha bisogno di qualcuno che lo rimetta in piedi e lo aiuti a riprendere il cammino.

“Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita? Bartimeo ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare! Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare!

Il grido di Bartimeo, riportato dal Vangelo di Marco – «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (v. 47) – è diventato una preghiera assai nota nella tradizione orientale, che anche noi possiamo utilizzare: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore»”.

E’ vero che Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù! Davanti al suo grido, Gesù si ferma e lo fa chiamare (cfr v. 49). Sembra strano che, davanti a un uomo cieco, Gesù non vada subito da lui.

Molte volte anche noi non comprendiamo perché il Signore non intervenga subito, perché ci lasci in silenzio e in mezzo alle prove ma, se ci pensiamo, è il modo per riattivare la vita di Bartimeo e la nostra. Certe paure, certe prove ci paralizzano completamente e ci inducono a chiuderci a guscio. Gesù lo spinge a rialzarsi, “può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello (cfr v. 50)”.

Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge.

Eppure, molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare. Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione.

Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi di tutto e, soprattutto, di quelle cose non buone. Per tornare a vedere, bisogna prendere una decisione ferma e mollare all’istante ciò che ci lascia nel buio. Oggi molte cose vengono presentate come luce, gioia ma non sono per niente luce e gioia. Ti danno secondi di felicità e ti abbandonano sul ciglio di una strada .
“Bartimeo, infatti, non vuole solo tornare a vedere, – ricorda il Papa – vuole ritrovare anche la sua dignità! Per guardare in alto, occorre rialzare la testa. A volte le persone sono bloccate perché la vita le ha umiliate e desiderano solo ritrovare il proprio valore.

Ciò che salva Bartimeo, e ciascuno di noi, è la fede. Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi”.

Ecco cosa oggi ci manca veramente, la Libertà. Una volta una ragazza mi ha detto: “faccio quello che voglio“.in realtà, ciò che lei faceva non era un bene per lei perché la sua libertà apparente la portava a distruggersi la vita. Accogliamo, allora, l’invito di Papa Leone a portare con fiducia davanti a Gesù, le nostre miserie, malattie e anche quelle delle persone a noi care, fiduciosi che Cristo è un buon medico che sa curare ma, soprattutto, sa ridarci la vita vera. Bartimeo ci insegni a gridare senza paura la nostra preghiera: “Signore, aiutami!”.