L’altra storia del secolo breve in Calabria di Foca Accetta
L’altra storia del secolo breve in Calabria di Foca Accetta, Libritalia editore, pone il lettore verso storie multiple di paesi, uomini e territori, degrado ambientale ed emergenze sociali. Osservazioni che, attraverso il documento d’archivio, l’autore ripercorre le emergenze sociali di un passato fortemente condizionato dal potente di turno: politico, religioso, possidente e così via che rendeva una sorta di scala sociale dalla quale gli abitanti delle terre di Calabria erano costrette a subire in una sorta di alterità come sottolinea una sorta di paremiologia: cui cu’ patruni ajutta o crepa o va di sutta (chi vuole lottare contro il padrone o muore o comunque va a finire male), e al signore del paese bisogna salutare con un bonasira vussia! Abusi amministrativi, peculato, omicidi, compravendita di voti, furti, violenza di genere e domestica ieri come oggi rimangono narrazioni di un continuum mai sopito, mai debellato raccontato nei processi dei tribunali del tempo i cui atti sono diventati romanzi d’appendice. Solo l’emigrazione, in una Calabria al margine dei poteri forti divenne la grande rivoluzione sociale che per molti versi, come raccontato nell’opera di Foca Accetta, ha cambiato destini di giovani e meno giovani che al paese sarebbero rimasti invariati per sempre perché metonti, ovvero predestinati: il figlio del contadino deve continuare a fare il contadino, il figlio del medico sarà il nuovo medico e così via.
Il “secolo breve” in Calabria, termine coniato da Eric Hobsbawm per indicare il periodo dal 1914 al 1991, è stato segnato da eventi drammatici, trasformazioni sociali e politiche complesse. A tanto dire era meglio quando si stava peggio, di cui si narrano spesso persino solo cose inventati, si contrappone un altro dire calabrese: u peju è arredi (il peggio deve ancora succedere), una sorta di rassegnazione che compromette un andazzo che leggendo questo lavoro appare tutto più chiaro, tutto più comparato. La Calabria del 1943 era una regione contrassegnata da una depressione economica senza eguali. All’arretratezza endemica del territorio contribuivano un settore agricolo anacronistico, un’industria allo “stato infantile”, scarsamente diffusa e paralizzata dal lungo e catastrofico conflitto (le centrali elettriche della Sila erano fortunatamente salve anche se «la massa di energia elettrica viene in parte trasportata altrove), infrastrutture civili, come strade e acquedotti di per sé scadenti e insufficienti, che avevano da sempre connotato l’arretrato grado di sviluppo della regione. Oggi quel mondo che si vuole classico e preromantico in realtà continua in situazioni e azioni politiche precarie dove poco è cambiato e si rimani a vivere una continua paralisi di Joysiana memoria aspettando l’epifania, il giusto risveglio da un vivere narcotizzati, preti e comunità, terremoti e agire politico, progetti e progettisti che consumano il denaro per consigli e sulle rappresentazioni sulle carte aprono persino a poesie dialettale che denunciano arroganza, depressione sollecitando giustizia. La Calabria, nel “secolo breve”, ha vissuto una storia segnata da profonde trasformazioni sociali, ambientali ed economiche. Oggi, la regione affronta sfide complesse legate al degrado ambientale e alle emergenze sociali, fenomeni che si intrecciano con la storia di paesi, uomini e territorio tra similitudini e continue e continue incongruenze ieri come oggi. Numerosi paesi calabresi, soprattutto nelle aree montane e interne, sono stati abbandonati a causa della mancanza di servizi, opportunità economiche e infrastrutture. Questo fenomeno ha portato alla chiusura di scuole, uffici postali e negozi, con un conseguente isolamento delle comunità rimaste. Il vuoto demografico ha reso questi territori vulnerabili al degrado e alla perdita di identità culturale. L’opera di Accetta ha una dimensione storiografica ampia e articolata che impone la necessità di entrare nelle tematiche strutturate a modo di capitolo con una appendice documentale a sostegno di fatti e circostanze per dare adeguate risposte sul bel tempo antico in Calabria tra realtà, sogno o puro inganno.
Foca Accetta
Socio della deputazione di Storia Patria per la Calabria, si interessa di storia socio economica e religiosa della Calabria in età moderna. Tra i suoi scritti Il confessore di un re. Pubblica considerazione e intima e intima solitudine del canonico Tommaso Antonio Masdea (2018); Memorie del Drago. Saggi, monografie, documenti (2018), La congregazione agostiniana di Francesco Marino da Zumpano in Calabria (2023) e numerosi altri saggi.
Il libro ha avuto una grande affermazione al recente Salone del Libro di Torino.