Sasà V: ‘La ribalta è il mio riscatto contro il bullismo’
Con La ribalta, Sasà V firma un brano personale e potente che affronta il bullismo senza filtri. L’artista racconta la propria esperienza di emarginazione, tracciando un percorso di rinascita che passa attraverso la musica. Il pezzo alterna momenti di dolcezza a esplosioni di consapevolezza, sottolineando quanto il passato, anche se doloroso, possa diventare motore di riscatto. Il messaggio è chiaro: la diversità non è debolezza, ma la base da cui può nascere qualcosa di unico.
Oggi sei tu sotto i riflettori. Com’è stato il passaggio da bersaglio di bullismo a figura riconosciuta e apprezzata?
Il passaggio da bersaglio di bullismo a figura riconosciuta e apprezzata è stato un percorso lungo e complesso, ma anche molto significativo. All’inizio, mi sembrava quasi impossibile immaginare una vita fuori dalla sofferenza, tanto il peso delle parole e delle azioni degli altri era schiacciante. Eppure, con il tempo, ho capito che quella sofferenza poteva trasformarsi in forza. La musica è stata fondamentale in questo cambiamento. Mi ha permesso di dare voce a ciò che provavo, di rivelare me stesso in modo autentico. Quando ho iniziato a essere ascoltato, a vedere le persone reagire positivamente alla mia musica, ho capito che la mia storia non era solo la mia, ma che poteva diventare un esempio di resistenza e speranza per chi viveva situazioni simili.
Essere sotto i riflettori oggi non significa essere perfetto, ma significa aver trovato il coraggio di essere me stesso, e questo è ciò che voglio trasmettere agli altri. Quella che un tempo era una sofferenza mi ha fatto diventare ciò che sono ora: una persona che, nonostante tutto, ha scelto di guardare avanti, di non arrendersi mai.
Hai mai provato rabbia verso chi ti bullizzava e oggi ti cerca per un selfie?
Sì, ho provato rabbia. Sarebbe ipocrita dire il contrario. Quando chi ti ha fatto soffrire ti cerca oggi con un sorriso, magari per un selfie o per farti i complimenti, è inevitabile sentire una fitta dentro. All’inizio quella rabbia era forte, perché rivedevo negli occhi di quelle persone il passato che mi aveva ferito. Ma con il tempo ho capito che portare rancore mi avrebbe solo tenuto legato a quel dolore. Oggi provo più consapevolezza che rabbia. Ho scelto di trasformare quel rancore in forza. Non dimentico, ma ho imparato a guardare avanti. Quando qualcuno che mi bullizzava mi cerca oggi, lo vedo quasi come una conferma: sono riuscito a farmi valere senza diventare come loro. È una rivincita silenziosa, ma potente
Quanto ha influito la tua autenticità nel raggiungere il pubblico che oggi ti segue?
L’autenticità è stata, senza dubbio, la chiave per arrivare al cuore del pubblico che oggi mi segue. Non ho mai voluto costruire un personaggio o indossare una maschera: ho sempre raccontato la mia verità, anche quando era scomoda, anche quando faceva male. E credo che proprio questo abbia fatto la differenza. Le persone sentono quando qualcosa è vero, quando le parole non sono solo scritte per piacere, ma nascono da un vissuto reale. Mostrarmi per quello che sono, senza filtri, mi ha permesso di creare un legame profondo con chi mi ascolta. Molti si sono riconosciuti nelle mie fragilità, nelle mie battaglie, nei miei silenzi e nelle mie ribellioni. Non cerco consensi facili, cerco connessioni vere. E se oggi ho un pubblico che mi sostiene, è perché non ho avuto paura di essere me stesso.
C’è un momento preciso in cui ti sei sentito “arrivato”, almeno per un attimo?
C’è stato un momento in cui, per la prima volta, mi sono sentito davvero “arrivato”. È successo quando alcuni ragazzi, dopo aver ascoltato La Ribalta, mi hanno scritto raccontandomi di aver vissuto episodi di bullismo. Mi hanno detto che grazie al brano avevano trovato la forza di parlare con una persona adulta, di affrontare i loro bulli, e soprattutto di iniziare a vivere la propria vita senza paura, fregandosene dei giudizi degli altri. In quel momento ho capito che la mia musica stava davvero lasciando un segno
Cosa significa per te oggi “essere sulla ribalta”?
Per me oggi essere sulla ribalta non significa solo stare sotto i riflettori o ricevere applausi. Significa avere finalmente la possibilità di espormi per ciò che sono, con la mia verità, le mie ferite e la mia forza. È il coraggio di salire su quel palco – reale o simbolico – e dire: “Ecco chi sono, esisto anch’io.” Dopo anni in cui mi sono sentito messo da parte, inascoltato, oggi sono riuscito a farmi sentire, a far arrivare la mia voce.
Essere sulla ribalta è diventato un atto di libertà e di rivincita: è dare voce a chi si sente invisibile, a chi ha paura di mostrarsi, a chi ogni giorno lotta solo per essere se stesso.