17 Settembre 2025
Italia

La Festa dei Ceri di Gubbio come simbolo di identità

La Festa dei Ceri è una delle celebrazioni più suggestive e cariche di significato dell’Umbria, che attira ogni anno migliaia di visitatori a Gubbio, in provincia di Perugia. La sua lunga tradizione, che affonda le radici nel medioevo, la rende un evento unico non solo per il suo valore religioso, ma anche per il suo forte legame con la comunità locale e la cultura eugubina.

Le origini della Festa dei Ceri

Le origini della Festa dei Ceri sono avvolte nel mistero, ma si ritiene che risalgano al XII secolo, con un’origine legata alla devozione verso Sant’Ubaldo, vescovo di Gubbio e patrono della città. Secondo la tradizione, i ceri venivano trasportati per chiedere la protezione del santo contro le calamità naturali o altre difficoltà. Col tempo, la festa ha assunto una dimensione più ampia, legandosi a varie categorie sociali e diventando un simbolo di unità comunitaria.

Il significato dei ceri

I tre ceri sono i protagonisti indiscussi della festa. Ognuno di essi ha un significato specifico, legato alla protezione e al sostegno di categorie professionali locali. Il cero di Sant’Ubaldo è il più grande ed è dedicato ai muratori e agli artigiani della città, simbolo della forza e della costruzione. Il cero di San Giorgio è dedicato ai commercianti, in omaggio al loro impegno per l’economia cittadina, mentre il cero di Sant’Antonio è il più piccolo e rappresenta i contadini, che sono da sempre una parte fondamentale della vita rurale eugubina.

Ogni cero è realizzato in legno e decorato con colori vivaci e simboli, ed è trasportato dai ceraioli, che li portano a spalla durante la celebre corsa dei ceri.

La giornata della Festa

La giornata della Festa dei Ceri inizia al mattino con una messa solenne nella Basilica di Sant’Ubaldo, che segna l’inizio ufficiale della manifestazione. Subito dopo la messa, inizia la vestizione dei ceri: i ceri vengono benedetti e preparati per il trasporto. Ogni ceraiolo si veste con una divisa tradizionale, che include il colore associato al proprio cero (giallo per Sant’Ubaldo, blu per San Giorgio e nero per Sant’Antonio).

Dopo la benedizione, i ceri vengono sollevati e portati a spalla dai ceraioli attraverso le strade strette e ripide di Gubbio. La corsa, che si svolge su un percorso di circa 4 chilometri, è accompagnata da una folla festante che incita i ceraioli con cori e canti tradizionali. La corsa culmina in una salita finale molto impegnativa fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, che si trova sulla cima del Monte Ingino. Arrivare in cima con il cero è il momento più emozionante, un vero e proprio atto di devozione e sacrificio, tanto che molti ceraioli si sentono parte di una tradizione che va oltre il singolo individuo, incarnando il legame con la città e il suo patrono.

La Festa dei Ceri come simbolo di identità

Questa festa non è solo un momento religioso, ma rappresenta anche un simbolo potente di identità culturale e di appartenenza per gli abitanti di Gubbio. L’intensità della corsa, la fede che permea ogni gesto e la partecipazione collettiva rafforzano il legame tra le persone e il loro territorio.

La Festa dei Ceri è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, un riconoscimento che sottolinea l’unicità di questa manifestazione nel panorama delle tradizioni italiane e mondiali. Ogni anno, la città di Gubbio accoglie con orgoglio i visitatori, che si uniscono agli eugubini per celebrare questa festa che, attraverso il sacrificio e la devozione, celebra la comunità e la fede.

In definitiva, la Festa dei Ceri è un evento che va oltre la religiosità, diventando una celebrazione dell’identità e della tradizione di un popolo che, pur nel corso dei secoli, ha mantenuto intatto l’amore per le proprie radici e il rispetto per i propri valori comunitari.