Omaggio a Ercole Crisafi: il Palasport di Torino celebra l’artista e custode di valori sportivi
Nei giorni scorsi, il Palazzetto dello Sport “Gianni Asti”, situato in viale Leonardo Bistolfi 10 all’interno del Parco Ruffini, ha ospitato la cerimonia di intitolazione della sua sala conferenze a Ercole Crisafi. L’evento ha visto la partecipazione della presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo; dell’assessore allo sport, Domenico Carretta; della vedova di Crisafi, Marisa Sosso; e del suo amico e collega Renzo Marca. Durante la cerimonia, la presidente Grippo ha evidenziato l’eredità umana e artistica lasciata da Crisafi, descrivendolo come un custode dei valori dello sport, che trovavano espressione nelle sue opere. Per lei, la ricerca artistica di Crisafi, interrotta troppo presto, continua a vivere nei suoi dipinti, schizzi e murales, in grado di catturare speranze, ambizioni e dinamiche del mondo sportivo.
L’assessore Carretta ha sottolineato la forza evocativa di Crisafi, descrivendolo come una figura amata per la sua dedizione al lavoro e celebrata per l’intensità espressiva delle sue opere. Intitolargli uno spazio simbolico nel Palasport è stato, per Carretta, un atto emozionante e doveroso, che permette di ricordarlo come parte integrante della memoria collettiva. Profondamente commossa, Marisa Sosso ha ricordato il legame inscindibile tra arte e sport nella vita del marito. Attraverso le sue opere, Crisafi catturava l’energia e la passione del mondo che lo circondava, mettendo in luce la forza di chi si mette alla prova per superare i propri limiti.
Ercole Crisafi (Torino, 9 luglio 1959 – Lagosanto, 28 dicembre 2021) è stato dipendente del Comune di Torino per oltre quarant’anni. La sua vocazione artistica si è rivelata in età giovanile, portandolo a iscriversi al Liceo artistico “Cottini” e a perfezionare la tecnica presso lo studio di Sergio Albano. Le sue opere, caratterizzate da un’attenta ricerca sul corpo umano e sull’uso della luce, esprimono una visione profonda e simbolica del mondo. Crisafi lascia un’eredità artistica e morale che il Palasport, con questa intitolazione, ha voluto rendere eterna.