16 Ottobre 2025
Gran Bretagna

Tra Brexit e rejoin: accordo imminente tra UE e Regno Unito per la mobilità giovanile entro il 2025

Fonti europee hanno indicato che un accordo sulla mobilità giovanile tra l’Unione Europea e il Regno Unito potrebbe essere raggiunto entro la fine del 2025, permettendo ai giovani europei e britannici di viaggiare, studiare e lavorare liberamente per periodi limitati. La Commissione Europea ha proposto l’avvio di negoziati per facilitare tali scambi, mirando a superare gli ostacoli attualmente esistenti e a stabilire un diritto che consenta ai giovani di spostarsi tra l’UE e il Regno Unito in modo più semplice e per periodi prolungati.

Nonostante l’iniziale resistenza del governo britannico, che aveva escluso accordi post-Brexit per facilitare la mobilità giovanile, recenti sviluppi indicano una possibile apertura. Il governo laburista, guidato da Keir Starmer, sta considerando un piano per accogliere più studenti dell’UE nel Regno Unito come parte di un “programma di arricchimento culturale”, in cambio di legami economici più stretti con l’UE.

Tuttavia, permangono sfide significative. L’UE insiste affinché gli studenti europei nel Regno Unito paghino le stesse tasse universitarie degli studenti britannici, attualmente fissate a £9.535, anziché le più elevate tariffe internazionali che possono raggiungere £30.000. Inoltre, l’UE sta valutando la possibilità di consentire agli studenti dell’UE l’accesso ai prestiti studenteschi nel Regno Unito per rendere l’istruzione più accessibile. Queste condizioni presentano sfide politiche ed economiche per il governo britannico, che ha promesso di ridurre l’immigrazione e deve affrontare le implicazioni finanziarie per le università del Regno Unito.

Nonostante le complessità, l’ex Primo Ministro Tony Blair ha espresso sostegno per un tale schema, sottolineando l’importanza di migliorare le relazioni con l’UE e di offrire ai giovani opportunità di studio e lavoro reciproche. Le negoziazioni sono in corso, con entrambe le parti che cercano di bilanciare le proprie priorità politiche ed economiche. Un accordo positivo potrebbe rappresentare un passo significativo verso il rafforzamento dei legami tra l’UE e il Regno Unito nell’era post-Brexit.

Accordo di mobilità tra UE e Regno Unito: il ritorno dell’Erasmus sul tavolo delle trattative

Tra le questioni più discusse nei negoziati sulla mobilità giovanile tra Unione Europea e Regno Unito c’è la possibilità di reintegrare il Regno Unito nel programma Erasmus, una mossa che rappresenterebbe un enorme passo avanti per le relazioni post-Brexit.

Dopo l’uscita dal progetto nel 2020, gli studenti britannici hanno perso l’accesso diretto alle opportunità di studio, tirocinio e scambio culturale offerte dall’Erasmus. A oggi, molti giovani si sono lamentati di costi maggiori e di minori opzioni di mobilità, mentre università sia nel Regno Unito che in Europa hanno registrato una diminuzione della cooperazione accademica.

Recentemente, il primo ministro britannico Keir Starmer ha accennato alla possibilità di esplorare un “Erasmus rinnovato”, sottolineando l’importanza del programma per rafforzare i legami culturali e accademici tra i due blocchi. L’UE, dal canto suo, ha espresso apertura, ma ha posto come condizione un contributo finanziario significativo da parte britannica, in linea con quello di altri Paesi non membri come la Norvegia e la Svizzera.

“Il programma Erasmus non è solo un’opportunità accademica, ma una piattaforma per costruire un’identità europea condivisa. Escludere i giovani britannici da questa esperienza li priva di un’occasione unica,” ha dichiarato Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Europea.

Tuttavia, il governo britannico è diviso. Alcuni membri del Parlamento conservatore ritengono che il ritorno all’Erasmus potrebbe essere percepito come un passo indietro dalla Brexit. D’altro canto, un sondaggio recente mostra che oltre il 70% dei giovani britannici sostiene l’adesione al programma, considerandolo essenziale per il proprio futuro educativo e professionale.

Parallelamente, l’idea di un “Erasmus su misura” è stata avanzata da esperti e politici, con l’obiettivo di adattare il programma alle esigenze specifiche del Regno Unito, ad esempio concentrandosi su settori strategici come l’intelligenza artificiale, la sostenibilità e la sanità.

Se raggiunto, l’accordo sulla mobilità giovanile e il ritorno del Regno Unito nell’Erasmus segnerebbero una svolta simbolica nelle relazioni tra Londra e Bruxelles, aprendo nuove prospettive per i giovani di entrambe le sponde della Manica.

La Brexit: cos’è, la sua storia, le conseguenze e gli sviluppi futuri

La Brexit, un termine che nasce dalla fusione delle parole “British” (britannico) e “exit” (uscita), si riferisce alla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea, un processo che ha avuto implicazioni politiche, economiche e sociali su entrambe le parti coinvolte. Ma cos’è esattamente la Brexit, quando è iniziata e quali sono le sue conseguenze? Scopriamo insieme la storia, gli effetti e le prospettive future di uno degli eventi più significativi della storia recente dell’Europa.

La storia della Brexit

La storia della Brexit affonda le radici nel lungo rapporto del Regno Unito con l’Unione Europea. Sebbene il Regno Unito fosse uno dei membri fondatori della Comunità Economica Europea (CEE), precursore dell’UE, fin dagli anni ’70 ci fu una forte ambivalenza verso la crescente integrazione europea. Nel 1975, il primo ministro Edward Heath indisse un referendum sul permanere del Regno Unito nella CEE, che si concluse con una vittoria del “sì” all’adesione.

Tuttavia, le tensioni tra la sovranità nazionale britannica e le normative europee rimasero sempre sotto la superficie. Negli anni successivi, la crescente disillusione verso l’UE, unita a timori sull’immigrazione e sulla globalizzazione, ha alimentato il sentimento euroscettico. Nel 2013, l’allora primo ministro David Cameron annunciò che, se il Partito Conservatore fosse stato rieletto, avrebbe indetto un referendum sull’uscita dall’Unione Europea.

Nel 2016, il referendum sulla Brexit divenne realtà, e i cittadini britannici furono chiamati a decidere se restare nell’UE o uscire. Il 23 giugno 2016, con una partecipazione record, il risultato fu sorprendente: il 51,9% dei votanti scelse l’uscita, mentre il 48,1% optò per rimanere. L’esito inaspettato scatenò una serie di eventi che avrebbero cambiato per sempre il volto politico ed economico del Regno Unito e dell’Europa.

Le Conseguenze della Brexit: politiche, economiche e sociali

La Brexit ha avuto e continua ad avere conseguenze significative, alcune delle quali sono ancora in evoluzione.

Politiche

Politicamente, la Brexit ha creato una frattura profonda all’interno del Regno Unito. Il voto per l’uscita ha esacerbato divisioni tra le diverse regioni: l’Inghilterra e il Galles sono stati favorevoli alla Brexit, mentre la Scozia e Irlanda del Nord hanno sostenuto il rimanere. Questo ha portato ad un aumento dei movimenti separatisti in Scozia, dove è tornato forte il dibattito sull’indipendenza.

Sul fronte europeo, la Brexit ha segnato un cambiamento fondamentale nel progetto di unificazione del continente. Ha posto interrogativi sull’unità dell’Unione Europea, generando discussioni su eventuali altre uscite (gli “Effetti domino”), anche se, al momento, il movimento per un’uscita di altri Paesi sembra essere stato ridotto.

Economiche

Dal punto di vista economico, le ripercussioni della Brexit sono state immediate e complesse. L’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo ha comportato l’introduzione di tariffe doganali, controlli alle frontiere e la fine della libertà di movimento dei cittadini, con effetti negativi sul commercio e sugli scambi. Il settore finanziario di Londra, uno dei maggiori beneficiari della membership europea, ha visto un esodo di alcune aziende e banche verso altre città europee come Francoforte e Parigi.

Anche il settore agricolo e quello della pesca hanno affrontato sfide, a causa delle nuove restrizioni sugli scambi di merci tra il Regno Unito e l’UE. Molte imprese hanno dovuto affrontare il caos doganale e l’aumento dei costi logistici. Tuttavia, il governo britannico ha cercato di riorientare l’economia verso nuovi mercati, firmando accordi commerciali con Paesi non UE, ma i benefici di questi accordi sono ancora da verificare appieno.

Sociali

A livello sociale, uno degli effetti più visibili della Brexit è stato l’aumento dell’incertezza per i cittadini. Migliaia di cittadini europei che vivevano nel Regno Unito e cittadini britannici che risiedevano nell’UE hanno dovuto affrontare nuove difficoltà burocratiche per ottenere residenze, diritti al lavoro e al welfare. Le persone sono state costrette ad adattarsi a nuove leggi sull’immigrazione, mentre le comunità sono state segnate da un clima di divisione e polarizzazione politica.

Gli sviluppi futuri: una “Brexit in evoluzione”

A oggi, la Brexit è tutt’altro che conclusa. Le trattative post-uscita, che hanno portato alla firma dell’accordo commerciale e alla definizione di alcune regole doganali, sono solo l’inizio di un processo complesso e in continua evoluzione. Il Regno Unito dovrà affrontare sfide significative per mantenere la propria competitività economica, gestire le relazioni con l’UE e salvaguardare i diritti dei propri cittadini.

Uno degli sviluppi più interessanti potrebbe essere un possibile riavvicinamento tra il Regno Unito e l’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda i settori della cooperazione scientifica, accademica e della difesa. In ambito accademico, c’è un dibattito crescente sulla possibilità di reintegrare il Regno Unito nel programma Erasmus, mentre in ambito politico alcuni leader europei suggeriscono che, sebbene l’uscita sia definitiva, la cooperazione in alcuni settori potrebbe essere riaperta.

Inoltre, non si può escludere che, nel lungo termine, il Regno Unito possa tornare a discutere la sua relazione con l’UE, in particolare se i costi economici della Brexit dovessero superare i benefici sperati. La possibilità di un “rejoin”, cioè di un ritorno nell’Unione Europea, rimane un’ipotesi remota ma non completamente chiusa, soprattutto tra le nuove generazioni che hanno votato in massa per restare nell’UE.

La Brexit ha segnato un punto di svolta nella storia contemporanea, rappresentando un momento di rottura per l’Europa e per il Regno Unito. Le sue conseguenze sono ancora in fase di definizione, con impatti che si ripercuotono su politiche, economia e società. Mentre le trattative continuano, il futuro della Brexit rimane incerto. Tuttavia, quello che è chiaro è che la storia della Brexit è lontana dall’essere scritta completamente, e potrebbe riservare nuovi sviluppi nei prossimi anni, a seconda di come si evolveranno le relazioni tra il Regno Unito e l’Unione Europea.