3 Novembre 2025
Italia

I cori fascisti a Parma? Crosetto: ‘Vanno mandati via’. Ma la Fiamma tricolore di Fratelli d’Italia resta

A Parma, i cori con riferimenti fascisti hanno suscitato reazioni immediate. «Vanno presi a calci e mandati via. Quelle persone non hanno nulla a che fare con Fratelli d’Italia», ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa e tra i fondatori del partito insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. In effetti, le persone coinvolte sono state allontanate dalla scena, anche se non è chiaro se con la forza fisica evocata dalle parole del ministro.

La vicenda, tuttavia, ha riaperto un dibattito più ampio: se i cori fascisti sono stati respinti, perché non discutere della Fiamma tricolore che campeggia come simbolo di Fratelli d’Italia? La domanda nasce spontanea per chi conosce le origini del simbolo, che risale all’esperienza del Movimento Sociale Italiano (MSI). Una storia complessa, che ha visto giovani uccisi, uomini incarcerati e intere comunità discriminate per decenni sul lavoro, nella scuola e nei diritti civili.

Molti osservatori sottolineano che ignorare il significato storico della Fiamma rischia di rendere poco credibili i discorsi su valori, tradizione e onore. In questo senso, la questione non riguarda solo i cori improvvisati a Parma, ma il senso più ampio di fedeltà e memoria storica associato a certi simboli.

Il dibattito politico si arricchisce così di una nuova tensione: come conciliare la condanna di manifestazioni palesemente fasciste con la difesa di simboli che hanno radici in un contesto storico controverso? Crosetto e i suoi sodali, uomini e donne di Fratelli d’Italia, si trovano al centro di questa riflessione, con l’opinione pubblica divisa tra condanna dei comportamenti e rispetto della memoria simbolica del partito.