Filadelfia, una Casa Museo da valorizzare: l’appello per l’artista Nicola Stillitano
In questa nostra terra di Calabria, che amiamo e difendiamo oltre ogni limite, vorremmo che anche chi non ama affidarsi al clamore mediatico, trovi il giusto riconoscimento al proprio lavoro ed un supporto su cui contare per potersi esprimere liberamente senza subire l’indifferenza di chi nulla fa come istituzione a incoraggiare e legittimare le aspirazioni di un artista che si sente marginalizzato e a cui si nega anche una piccola attenzione.
Non voglio fare l’avvocato del diavolo, ma dopo un anno e mezzo dalla mia visita nella struttura museale creata con sacrifici enormi dal suo proprietario una considerazione mi viene da fare di fronte ad un cospicuo e fitto numero di appuntamenti che vedo elencati nel programma delle varie associazioni del comune di Filadelfia: È mai possibile che non trovi spazio una benché minima possibilità di collocare una visita da proporre e compiere alla Casa Museo dell’artista Nicola Stillitano?
E faccio appello all’amico Presidente della Pro Loco, dott. Gabriele Runca, di cui conosco ed apprezzo la grande sensibilità e l’impegno a valorizzare quanto di bello si realizzi a Filadelfia, perché anche il ricco patrimonio custodito nello spazio espositivo di Casa Stillitano possa avere riconosciuto il giusto valore e, con la dovuta considerazione, offerto a quanti, turisti e visitatori anche locali, appassionati d’arte o semplici curiosi in vena di scoperte che si muovono per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze oltre che gustare del buon cibo e godere della bellezza dei luoghi, di alternativi piacevoli percorsi culturali in grado di soddisfare ogni esigenza di gusti.
Fiducioso che da qui in avanti la questione sarà affrontata seriamente, in modo che si possa finalmente trovare una soluzione positiva che soddisfi le aspettative di quanti ritengono che mettere al centro degli itinerari artistici un luogo come questo è una opportunità per il paese, pubblico volentieri un mio articolo apparso sui social, in cui davo conto, anche attraverso numerose foto, di quella mia visita a Casa Stillitano. Riproponendola spero possa incuriosire quanti mi leggeranno e faranno una visita a Filadelfia. Grazie!
Ci sono delle piccole realtà all’interno dei nostri Comuni che non godono della ribalta sui social o sui quotidiani locali e forse per questo non conosciuti dai cultori delle cose belle e dagli appassionati d’arte. Eppure se sostenuti e valorizzati nel modo che meritano potrebbero dare ancora più lustro ai territori in cui si trovano.
Una di queste realtà si trova a Filadelfia. È la Casa Museo Nicola Stillitano, dal nome del suo fondatore, a cinquanta metri dalla chiesa di Santa Barbara, dove si è accolti, previo appuntamento, direttamente dall’artista e padrone di casa. Ci sono andato, qualche giorno fa, a trovare un amico di vecchia data ma anche per apprezzare il lavoro di un privato cittadino che ha deciso di mettere a disposizione della sua città tutto il suo patrimonio d’arte, frutto di anni di lavoro, e la raccolta famigliare di innumerevoli oggetti antichi, selezionati ed esposti all’interno della Casa Museo.
In essa infatti trovano collocazione dipinti, sculture, calchi, elementi di scenografia, mobili d’epoca dell’Ottocento e Novecento, oggetti vari di indubbio valore che rendono il percorso del visitatore molto interessante e ricco di fascino poiché alla visione si unisce la descrizione di quello che ogni opera rappresenta e riesce a raccontare, unita alla passione che lo ha spinto a creare una struttura così particolare a beneficio della collettività.
Chi conosce l’artista sa che tutto è frutto del suo percorso di studi a partire dagli anni ’70 quando, dopo aver frequentato l’istituto d’arte di Vibo si sposta nella Capitale per seguire i corsi del famosissimo scultore e maestro Pericle Fazzini con il quale si laurea in Scultura. Ma sarà la Scuola di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, e il contatto diretto con le tantissime opere distrutte dall’alluvione del 1966, cui lavorerà per il recupero nel corso del suo soggiorno fiorentino, che lo porteranno a specializzarsi nel settore, al punto che sin dal 1983 inizierà a collaborare con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Calabria e poi con la Pinacoteca di Brera di Milano.
Tornato nella sua Filadelfia mette a disposizione dei suoi compaesani tutta la sua esperienza ed il suo ingegno collaborando ad iniziative di carattere sociale-storico-musicale-antropologico-religioso, teatrale, ecc. ecc. Tra le tante, di particolare rilievo, la cura della mostra dedicata all’artista filadelfiese Carmelo Davoli.
Tutta questa premessa per andare a scoprire non solo il valore di un artista a noi caro ma anche l’animo e poterne apprezzare quanto di buono, ed è tanto, alberga in lui. Ciò che lo appassiona e lo spinge a dedicare, con grande dispendio economico, alla sua gente, quanto è riuscito a realizzare nella sua vita.
In questa Casa Museo, che è un vero scrigno, troverete tanti oggetti ma anche una splendida persona, umile e generosa, che si è dedicato a questo progetto con tanta sensibilità e passione e sarà felice di accogliervi e di percorrere con voi i sentieri della creatività, della metafisica, della religione, dell’umano agire, per arrivare a comprendere meglio la bellezza della vita ricordandoci, attraverso l’uso della materia che usa per i suoi dipinti, da dove veniamo e dove siamo destinati.
Ma tutto questo avrà un senso, e lo dico da sempre, se le Amministrazioni locali coinvolgessero le scuole di ogni ordine e grado e, al tempo stesso rinunciassero a qualche sagra o appariscente manifestazione per sostenere concretamente il valore di queste realtà, frutto di iniziative dei singoli, e lo spirito che le anima.
Sarebbe un bel segnale di sostegno al concetto di “restanza”.