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Papa Leone: “E’ bello stare con Gesù”

“E’ bello stare con Gesù”. Così ha esordito Papa Leone nell’omelia della Solennità del Corpus Domini.

“Le folle rimanevano ore e ore con Lui, che parlava del Regno di Dio e guariva i malati (cfr Lc 9,11). La compassione di Gesù per i sofferenti manifesta l’amorevole vicinanza di Dio, che viene nel mondo per salvarci”.

In questa pagina del vangelo come in molte altre di percepisce la compassione di Gesù. Lui sa guardare i reali bisogni e le necessità. A volte chiede: “cosa vuoi che io faccia per te”, altre volte è lui stesso a notare una necessità e interviene come nel caso di oggi.

“La fame del popolo e il tramonto del sole – dice il Papa – sono segni di un limite che incombe sul mondo, su ogni creatura: il giorno finisce, così come la vita degli uomini. È in quest’ora, nel tempo dell’indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi.

Proprio quando il sole declina e la fame cresce, mentre gli apostoli stessi chiedono di congedare la gente, Cristo ci sorprende con la sua misericordia”.

Mentre alcuni si allontanano nel momento del tuo dolore o del tuo bisogno, Gesù rimane lì e ti dice: “venite a me voi tutti stanchi e oppressi e troverete ristoro per le vostre anime”. Gesù invita i suoi discepoli a prendersene cura. E’ vero, cinque pani e due pesci, non sono sufficienti a sfamare il popolo. Lo avremmo pensato e sottolineato anche noi a Gesù. Però, “ con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita”.

Tranquilli! Non è magia! Per moltiplicare pani e pesci, Gesù divide quelli che ci sono: proprio così bastano per tutti, anzi, sovrabbondano. Dopo aver mangiato – e mangiato a sazietà – ne portarono via dodici ceste (cfr v. 17).

Questa è la logica che salva il popolo affamato ed è questo che Gesù chiede a noi, condividere il nostro poco, come la vedova al Tempio che mette nel tesoro tutto ciò che aveva per vivere. Chi è generoso con l’altro e con il Signore e’ ricompensato con la generosità di Dio che supera di gran lunga quella degli uomini.

Dobbiamo riscoprire questa dimensione del dono, della condivisione.

“Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo – sottolinea il Papa – , perché il suo corpo è il pane della vita eterna. L’Eucaristia, infatti, è la presenza vera, reale e sostanziale del Salvatore (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1413), che trasforma il pane in sé, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioè la Chiesa stessa, corpo del Signore”.
Ecco il segreto: nutrirsi di Cristo per farsi pane per i fratelli.

don Francesco Cristofaro

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