Culture

Se le risorse umane diventano artificiali

La rivoluzione digitale ha radicalmente cambiato le nostre vite. Non solo in ambito personale, ma anche lavorativo. Infatti, molte aziende si stanno progressivamente orientando verso un rinnovamento tecnologico che comporta un profondo mutamento nel modo di gestire e di organizzare il lavoro. Anche le competenze richieste a chi vuole lavorare in un’impresa sono cambiate: non conta più solo ciò che si sa, ma anche la personalità, l’attitudine ad ascoltare e a lavorare in gruppo. Fondamentali, inutile dirlo, sono le capacità di destreggiarsi con i nuovi strumenti tecnologici.

La tecnologia è sempre stata composta da invenzioni che dovrebbero aiutare l’uomo nel progresso. Spesso i risultati sono soddisfacenti, altri meno. Il discorso è complesso da fare. Quello che possiamo considerare in questa sede è come l’introduzione del digitale stia cambiando il mondo del lavoro.

Un po’ come era già successo nel corso della storia, si tende a sostituire gli esseri umani che svolgono un lavoro meccanico e automatico con le macchine. Soprattutto nei casi di attività codificate e ripetitive, ormai ci si affida a un computer. Ma questo non significa non avere più bisogno di personale non artificiale, anzi. Solo che le “risorse umane” propriamente dette vengono impiegate per mansioni che richiedono capacità di relazionarsi con altre persone e capacità di analizzare un problema per sviluppare soluzioni ottimali.

Molte aziende oggi si servono di strumenti di analisi (i People Analytics) per raccogliere dati sulla produzione dell’azienda e sul mondo in cui lavorano i dipendenti. Queste indagini sono molto importanti per sviluppare strategie che interessino diversi ambiti. Da una parte, esse riguarderanno lo sviluppo e la crescita stessa dell’azienda, spingendo il direttivo a operare delle scelte piuttosto che altre. Dall’altra, i dati raccolti sono importanti per capire il profilo del lavoratore ideale dell’azienda. Che cosa motiva un dipendente? Quali caratteristiche ha chi ricopre un determinato ruolo e lo svolge in maniera funzionale? Quali sono i caratteri più inclini al lavoro di gruppo? Sono tutte domande le cui risposte sono importanti per orientare la scelta del personale su cui investire per il futuro.

Per trovare risorse umane che siano motivate a entrare a far parte di un’azienda è molto importante creare una campagna marketing che promuova il brand tanto da renderlo riconoscibile e appetibile. Lo si può fare partecipando ad eventi o organizzandone di propri, curando il proprio sito web e l’immagine social, controllando ciò che si dice dell’azienda su Internet oppure usando degli “ambasciatori del brand”. Inoltre, il reclutamento di personale non avviene più solo aspettando risposte agli annunci, ma anche in maniera proattiva sui social, studiando il profilo del possibile candidato.

Da quanto detto, si vede quanto il lavoro svolto da chi si occupa di risorse umane sia il primo a subire importanti cambiamenti in seguito alla Digital Transformation. Ecco perché, chi vuole lavorare in questo settore, deve necessariamente cercare una formazione adeguata. Seguire un master sull’argomento è sicuramente la scelta migliore. Ci sono molte università, anche telematiche, che offrono corsi del genere. Un esempio? Il master in risorse umane della UniCusano.

Francesco Bucci

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