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Migrazione SEO, quando farla e a cosa prestare attenzione

Migrazione del sito” è un’espressione che viene ampiamente usata dai professionisti in ambito SEO per descrivere qualsiasi tipo di evento in cui un sito subisce delle modifiche importanti in aree che possono incidere sulla visibilità dei motori di ricerca. Si tratta, in genere, di cambiamenti che riguardano la struttura, il contenuto, il design, la User Experience e molto altro ancora. Per poter effettuare questa azione in sicurezza, senza imbattersi in problematiche di vario genere, occorre pianificarla nei tempi giusti e prestare attenzione a diversi aspetti che analizzeremo in questo articolo.

Un mito da sfatare: il calo del traffico

Chiunque sia passato nella migrazione di un sito web sicuramente avrà sentito citare la teoria, ormai diffusa, della perdita di traffico e di entrate che comporta. Nonostante in questa affermazione ci sia un fondo di verità (soprattutto quando si trasferisce un dominio consolidato in uno totalmente nuovo), in realtà la migrazione SEO consente di ottenere una crescita significativa subito dopo il lancio del nuovo sito web rinnovato. Naturalmente, questi risultati positivi possono essere raggiunti solamente se si pianifica con cura ogni singolo passaggio.

L’importanza di utilizzare una sandbox

Quando si esegue una migrazione bisogna testare ogni elemento su un server di prova. Questo tipo di approccio permette di verificare che i vari reindirizzamenti funzionino a dovere. Prima di rendere pubblico un cambiamento, bisogna effettuare i controlli del caso in locale. Cercare di portare a termine la migrazione senza prima aver verificato che il sito funzioni può portare a errori gravi e difficili da risolvere.

Pianificare la migrazione SEO in un periodo lento

Come già accennato, se la migrazione viene pianificata e monitorata con estrema cura non dovrebbe influire sul traffico del sito. In ogni caso, bisogna essere preparati a una possibile perdita temporanea. Proprio per questo motivo, si consiglia di eseguire questa attività durante una fase “lenta” dell’anno. Ad esempio, è sconsigliata una migrazione a ridosso di festività importanti o di periodi di offerte per i consumatori (come il blackfriday, il cyber monday, etc.).

La scansione del sito

Prima di iniziare, bisogna scansionare il proprio sito tramite un apposito tool, come ad esempio Screaming Frog. È importante assicurarsi di avere un elenco completo degli URL della precedente versione, così che non si perda nulla a causa del passaggio. Durante questo processo bisogna eliminare i collegamenti che puntano a pagine 404 e aggiornare i link, così che siano indirizzati verso la pagina finale.

Un elemento da non trascurare: la mappa degli URL modificati

È importante creare un foglio di calcolo in cui vengano elencati tutti i vecchi e nuovi URL. Nel corso della migrazione di un sito, infatti, tutte le pagine vengono spostate nella nuova piattaforma. Rimuovere un contenuto determina la sua incapacità di attrarre traffico dai motori di ricerca.

In più, eliminare troppe pagine induce Google a “pensare” che il nuovo sito non sia uguale al precedente, causando una perdita di posizionamento. Consideriamo che l’architettura URL dovrebbe essere uguale alla vecchia, a meno che non si abbiano ragioni valide per modificarla.

I collegamenti interni vanno aggiornati

I collegamenti HTML, dopo la migrazione, dovrebbero puntare al nuovo sito. Se questa affermazione può sembrare ovvia, in realtà durante il procedimento ci si rende conto che lasciare invariati i link potrebbe essere allettante. In realtà, occorre resistere a tale tentazione per vari motivi. Innanzitutto, si andrebbe a generare un carico sul server, con conseguenti cali di performance del sito, e in più i reindirizzamenti potrebbero ridurre il PageRank.

Altri fattori a cui prestare attenzione

Errori durante la fase di migrazione possono causare contenuti duplicati. Essere consapevoli di questo rischio deve prepararsi a prendere provvedimenti. Nel caso in cui, invece, alcune pagine vengono rimosse per obiettivi di branding, occorre fare un elenco e non reindirizzarle al nuovo sito (puntando alla pagina 404). Se è stato previsto un contenuto sostitutivo, bisogna impostare un reindirizzamento e modificare ogni link (così che punti alla nuova pagina).

Contributo di Gabriele Rispoli, Consulente SEO specializzato in Technical SEO Audit e Link Building per e-commerce e siti web.

Redattore Travel

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