Da una mela una comunità: un circolo virtuoso perfetto. L’idea è semplice ed efficace: recuperare cibo fresco, di alta qualità e invenduto dai mercati. Poi la redistribuzione attraverso le Case del quartiere alle famiglie in difficoltà economica e restituzione da parte dei beneficiari di ore di impegno in attività solidali.
Il progetto è un esempio di economia circolare. Iniziato 5 anni addietro, grazie ai finanziamenti di AxTO, allarga il suo raggio d’azione da due a sette mercati di Torino. Sono piazza Madama Cristina, piazza Foroni, corso Spezia, via Onorato Vigliani, via don Grioli, tettoia dei contadini di Porta Palazzo e corso Svizzera. “Questa è un’iniziativa che punta a recuperare le periferie non fisiche, ma quelle esistenziali della nostra città, ricreando reti di appartenenza a una comunità” sottolinea il sindaco Chiara Appendino.
Fa Bene ha donato cento tonnellate di cibo fresco, per un valore di all’incirca 200 mila euro, grazie alla generosità di duecento commercianti. Sono state 250 le famiglie beneficiarie, poi coinvolte in oltre settemila ore di attività sociali. L’obiettivo è sostenerne altrettante se tutti e sette i territori da oggi a fine anno. Le compongono i nuovi poveri di Torino. Si tratta di giovani che pur lavorando non riescono ad arrivare a fine mese, padri separati, madri rimaste sole con i figli. Persone che rimangono fuori dai circuiti solidali tradizionali.
L’obiettivo finale è far crescere il capitale umano e sociale. “Questa è la vera ricetta per contrastare la povertà oggi” evidenzia Tiziana Ciampolini di S-nodi, l’incubatore di innovazione contro la povertà di Caritas Italiana e Caritas Torino. È stato quest’ultimo, diretto da Pierluigi Dovis, a fare da facilitatore per coinvolgere gli altri attori dell’iniziativa. Questi sono: Coldiretti Torino, la Rete delle Case del quartiere, l’Ufficio Pio della Compagnia di Sanpaolo, Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta, l’Ufficio pastorale Migranti e la Cooperativa Mirafiori. Tutti uniti per contribuire davvero a creare «da una mela una comunità», nella quale gli indigenti possano avere occasioni per tornare a sentirsi utili, socializzare e magari anche trovare opportunità di lavoro. Insomma, diventare di nuovo una risorsa attiva per la società. È questo ciò che differenzia «Fa bene» dalle tradizionali misure assistenzialiste.
Una squadra di volontari raccoglie carne, formaggi e frutta e verdura rimasti invenduti nei mercati, più l’eventuale spesa acquistata da altri clienti e lasciata ai poveri. Le provviste vengono poi smistate in buste delle spesa. Infine avviene la consegna, nei giorni e orari previsti in ciascuna Casa del quartiere. Il progetto andrà avanti fino a fine anno grazie ai fondi di AxTO.
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