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Il Cavaliere e il Codice della Cavalleria.

immagine di uno Scudo, in questo caso il mio in Araldica che può avere diverse forme.

 

Riporto di seguito l’Antico Codice della cavalleria riferito ad un vecchio articolo del 2012 dell’Associazione Cavalieri di San Silvestro. Il Cavaliere nel Medioevo si riferisce principalmente ad un guerriero a cavallo, un soldato nobile che riceveva l’investitura. Il Cavalieri evocano ideali di onore, di coraggio e difesa di ideali ed imprese eroiche. “Cavaliere” è il primo grado di Nobiltà, in molti sistemi, inclusi quelli degli Stati preunitari italiani e del Regno d’Italia, il titolo di cavaliere (o cavaliere ereditario in alcuni casi) era il gradino iniziale della nobiltà. I Cavalieri erano armati con armi offensive e difensive. Offensive erano la spada e la lancia, quelle difensive erano lo scudo e l’armatura, le dotazioni variavano a secondo dell’epoca e della ricchezza posseduta dalla famiglia.

ANTICO CODICE DELLA CAVALLERIA

Un Cavaliere è devoto al valore il suo cuore conosce solo la virtù la sua spada difende i bisognosi la sua forza sostiene i deboli, le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi.

Codice Cavalleresco secondo gli scritti antichi:

Officium:

I. Siate fedeli alla cavalleria, ai suoi insegnamenti, e osservate il Codice della Cavalleria in ogni direzione.
II. Amate la vostra terra, la vostra famiglia, la vostra religione e sosteneteli in ogni circostanza.
III. Onorate il vostro regno e siate sempre fedeli agli altri cavalieri, al vostro ordine, alla vostra consorte, e al vostro stesso onore.
IV. Offrite la vostra fede al vostro sovrano. A costui avete reso omaggio e siete suo uomo: il vostro dovere è di proteggerlo dalla morte e dall’onta secondo le vostre forze. Non vi è slealtà maggiore che tradire il proprio signore.
V. Portate rispetto alle autorità: siate umili e accondiscendenti con chi vi precede, e trattate con umanità e rispetto chi vi segue in gerarchia.
VI. Amministrate giustizia e pietà allo stesso tempo.

Verba:

I. Cercate sempre di sfoggiare portamento, eleganza, intelligenza e squisita educazione, adeguati all’alto lignaggio di un cavaliere.
II. Parlate sempre in modo chiaro e pacato.
III. Non fate uso di linguaggio volgare e risparmiatevi idiozie o stupidaggini. Mostrate sempre autodisciplina e controllo.
IV. Non parlate troppo volentieri. Chi parla troppo pronuncia parole che potrebbero tornargli a follia. Chi troppo parla fa peccato, dice il saggio. Per questo, nobili cavalieri, ve ne sconsiglio.
V. Ricordate che il silenzio è, qualche volta, la risposta migliore.
VI. Non mentite mai, e mantenete sempre fede alla parola data. La parola di un cavaliere sostiene il suo stesso onore. La vostra parola deve essere affidabile e sicura al di la di dubbi o incertezze.
VII. Date parola a tutti, anche agli ignoranti e agli ottusi, poiché anche essi hanno le proprie storie. Inoltre, non lasciatevi indebolire da pregiudizi e credenze.
VIII. Fate poche domande e ascoltate molto. Se potete non chiedete nulla mai; ma se sarà per compiacere qualche buon amico allora vi sia in onore chiedere una volta e anche due, perché la prima volta potrebbe non essere ben intesa. Ma non più di due volte.

Caritas:

I. Abbiate compassione di tutti coloro che sono deboli, indifesi, o oppressi, e difendeteli sempre e ovunque.
II. Date sempre priorità ai bisogni degli altri, rispetto ai vostri.
III. Siate generosi e prodighi con tutti. Generosità è anche sinonimo di nobiltà.
IV. Se qualcuno vi pone una nobile e ammissibile richiesta, non potete rifiutarvi di esaudirla.
V. Non pretendete mai alcun compenso per il vostro aiuto. La ricompensa migliore per un cavaliere è l’aver compiuto una nobile impresa.
VI. C’e’ sempre un valoroso cavaliere pronto ad aiutare un altro valoroso cavaliere quando lo vede in pericolo, e sempre un uomo valoroso dovrebbe detestare che un uomo valoroso venga ingiuriato.

Ecclesia:

I. Abbiate fede negli insegnamenti della Chiesa e rammentate il voto fatto durante la cerimonia di investitura.
II. Difendete la Legge di Dio e servitevene per fermare le ingiustizie.
III. Siate rispettosi nei confronti di tutte le religioni, e non offendete mai le credenze religiose altrui.

Integritas:

I. Non siate vanitosi, la vanità si cela dietro la virtù e la gloria. Guardatevi dall’eccessivo orgoglio perché è una debolezza alla quale nessuno è immune.
II. Tenetevi lontani dalla malvagia gloria mondana, perché la grande superbia porta inesorabilmente a grandi dolori.
III. Un cavaliere invidioso non otterrà mai onore, e poiché egli è anche un uomo invidioso che vuol avvantaggiarsi dell’onore, sarà disonorato due volte senza ottenere nulla. Per questo motivo gli uomini d’onore odiano quelli invidiosi e non mostrano loro alcun favore.

Puellae:

I. Rispettate le donne e soccorretele sempre quando sono sofferenti.
II. Se tenete al cuore di una dama, cercate di divenire il suo campione e cimentatevi in tornei sostenendo l’onore della vostra dama.
III. Non cercate volutamente di turbare la donna legata all’amore di un altro.
IV. Non importunate dame e damigelle, e desistete in caso le vostre intenzioni vanno contro la loro volontà.

Pugna:

I. Disputate duelli e tornei per difendere la vostra causa, e vendicare le offese.
II. Combattete sempre con onore e coraggio.
III. Non attaccate mai un nemico disarmato, e non caricate mai un avversario senza cavallo.
IV. Non colpite mai alle spalle, ed evitate i trucchi.
V. In battaglia, non aspettate nessuno e per primi date di sprono per infliggere un buon colpo; ma in consiglio, finché siete giovani, guardatevi dal dare il vostro parere prima che i vostri maggiori abbiano parlato.
VI. Non abbandonate mai un amico o un alleato che si trova in difficoltà.
VII. Non rifiutare mai una sfida e non fuggite davanti al nemico. Chi non accetta una sfida, ebbene l’ha già perduta; e nel peggiore dei modi.
VIII. Se combattete con un cavaliere, ricordatevi che, quando l’avversario è battuto e non può difendersi ne resistere e chiede grazia, dovete averne misericordia e non ucciderlo.
IX. Non torturate mai l’avversario battuto.

Fernando Antonio Toma di San Fernando

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