COMUNICATO STAMPA – 5 Novembre 2025
DOPO IL 4 NOVEMBRE VOGLIAMO CREDERE NEL RICONOSCIMENTO
Ieri, 4 novembre, l’Italia ha celebrato le Forze Armate con cerimonie solenni, discorsi istituzionali e parole di riconoscenza. Un momento importante, che ha ricordato il valore della memoria, dell’unità e del servizio al Paese. Ma oggi, 5 novembre, finiti gli onori e spenti i riflettori, resta una domanda: chi ascolta davvero le donne e gli uomini in divisa?
Le associazioni sindacali militari rappresentative, firmatarie di questo comunicato, hanno chiesto formalmente — in data 13 ottobre — al Governo di essere audite sulla Legge di Bilancio e sulla
necessità di allocare le giuste risorse al rinnovo contrattuale. Il Consiglio dei Ministri, il 17 ottobre, ha deliberato la manovra senza alcun confronto. Non abbiamo ricevuto ad oggi alcuna risposta.
Si parla molto di aumento della spesa militare. Ma in questo dibattito manca un elemento essenziale: chi garantisce ogni giorno la Difesa e la Sicurezza del Paese. L’incremento di tale spesa militare riguarda quasi esclusivamente armamenti e sistemi tecnologici. Probabilmente nessuna risorsa per il personale militare, per le sue famiglie, per le sue condizioni di vita. Nessun accenno a previdenza, dignità economica, riconoscimento concreto. Prima di essere militari, siamo cittadini. Viviamo le stesse difficoltà di milioni di italiani. Abbiamo famiglie, mutui, figli da crescere. Non chiediamo privilegi, ma rispetto per un lavoro gravoso, rischioso ed essenziale, svolto al servizio di tutti — anche nei momenti in cui il Paese è più fragile. Vogliamo continuare a credere che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni possa essere la voce istituzionale capace di trasformare il 4 novembre in un punto di svolta. Le celebrazioni non bastano. Serve ascolto. Serve dialogo.
Per questo, oggi rinnoviamo la richiesta di audizione urgente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri competenti, affinché il personale militare venga finalmente ascoltato in prima
persona. La mancanza di attenzione e interventi significativi sta già producendo effetti: il calo negli arruolamenti è evidente. Sempre meno giovani scelgono la via militare. Non per mancanza di senso del dovere, ma per assenza di prospettive, fiducia, riconoscimento, a fronte di un sacrificio senza uguali nel mondo lavorativo Siamo orgogliosamente parte di questo Paese. E oggi chiediamo che il nostro impegno non venga celebrato solo con le parole, ma riconosciuto con i fatti. Nel 2014, di fronte al tentativo di prolungare il blocco degli automatismi stipendiali, ci fu chi scelse di
ascoltare la voce dei militari. Quel momento segnò un cambio di passo e un’unità trasversale tra maggioranza e opposizione. Oggi, quel senso di ascolto sembra svanito.
Una volta si diceva, con ironia: “siamo figli dell’opposizione e orfani del Governo”. Oggi, forse, rischiamo di essere orfani di tutti.
Le presenti associazioni sindacali militari sono pronte al confronto, con spirito costruttivo e senso istituzionale.
Il 4 novembre è passato. Ora è il momento delle scelte!
IL SEGRETARIO GENERALE SI.NA.M. SINDACATO NAZIONALE MARINA
Pasquale DE VITA
IL SEGRETARIO GENERALE SIM SINDACATO ITALIANO MILITARI MARINA
Warner GRECO
IL SEGRETARIO GENERALE SIAM SINDACATO AERONAUTICA MILITARE
Alfio MESSINA
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