Negli ultimi anni, Barcellona e la Catalogna hanno assistito a un allarme crescente legato all’anoressia nervosa, con insorgenze che si manifestano già tra gli 8 e i 13 anni. Le diagnosi, secondo fonti ospedaliere regionali, non sono mai state così precoci ed acute.
Dati epidemiologici europei e nazionali fotografano una realtà preoccupante: in Italia le nuove diagnosi di disturbi alimentari sono cresciute del 64% tra il 2019 e il 2024, con un incremento rilevante anche nella fascia pediatrica. Tra i bambini di 8-9 anni si registra circa un nuovo caso ogni 100.000, mentre tra gli 11 e i 13 anni l’aumento è stato del 50%.
In Catalogna, e in particolare a Barcellona, le strutture sanitarie pediatriche hanno confermato un incremento marcato di casi. L’incidenza annuale dell’anoressia nella popolazione femminile si attesta attorno a 8 nuovi casi ogni 100.000, ma crescono anche le segnalazioni tra i maschi, in passato considerati meno coinvolti da questi disturbi.
Non si tratta solo di una crescita numerica: cambia anche la gravità clinica. I medici parlano di profili sempre più complessi, con sintomi più acuti, ricadute più frequenti e condizioni psicologiche associate, come ansia e depressione, presenti in oltre il 70% dei pazienti.
Uno dei fattori di rischio principali individuati è l’influenza pervasiva dei social media. Tra gli adolescenti, tre su quattro dichiarano di confrontarsi con modelli corporei idealizzati, e una percentuale significativa ha modificato la propria alimentazione nel tentativo di imitare gli standard estetici diffusi online. Alcuni si impongono diete restrittive, digiuni o pratiche pericolose senza alcuna supervisione medica, mettendo a rischio la salute.
La diagnosi precoce è considerata strategica per il successo terapeutico. Tuttavia, studi indicano che passano in media 30 mesi tra l’insorgenza dei primi sintomi e l’avvio di un percorso di cura. Questo ritardo può compromettere in modo decisivo il pieno recupero.
Gli specialisti insistono sull’importanza di un approccio integrato: accanto alla psicoterapia, servono interventi nutrizionali personalizzati, un forte coinvolgimento delle famiglie e un monitoraggio medico continuo. Tra i modelli più efficaci figura la terapia familiare, che si è dimostrata fondamentale soprattutto nei pazienti più giovani.
In Catalogna è necessario un potenziamento delle risorse: riduzione dei tempi di attesa, più unità specializzate nei disturbi del comportamento alimentare, interventi tempestivi nelle scuole e formazione degli insegnanti. Solo con una rete efficace tra sanità, educazione e famiglie si potrà contrastare davvero il dilagare di questa emergenza silenziosa.
Barcellona, con la sua centralità culturale e tecnologica, rappresenta oggi un osservatorio privilegiato di una tendenza che attraversa tutta l’Europa: l’anoressia colpisce prima, più forte e più spesso. Intervenire subito non è solo una scelta sanitaria, ma un’urgenza sociale.
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