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Scilla e Chianalea: il rito di fine stagione tra santuari vista mare e vicoli incantevoli

C’è un momento dell’anno, tra settembre e ottobre, in cui Scilla e la sua perla Chianalea si spogliano del clamore estivo per ritrovare un ritmo lento e intimo. È il rito di fine stagione, un tempo sospeso in cui i turisti che scelgono di visitare questo angolo di Calabria hanno il privilegio di scoprire un borgo autentico, fatto di panorami mozzafiato e tradizioni senza tempo.

Il fascino discreto di Chianalea

Chianalea, conosciuta come la “Piccola Venezia del Sud”, è un dedalo di vicoli che scivolano fino al mare. Le case si affacciano direttamente sull’acqua, con i balconi che paiono tuffarsi nelle onde, mentre i pescherecci rientrano silenziosi dopo l’alba. Passeggiare qui a fine stagione significa immergersi in un’atmosfera rarefatta, tra lampioni che si specchiano nei flutti e ristorantini che offrono il meglio della cucina di mare senza la frenesia dei mesi estivi.

Santuari e panorami che abbracciano il mare

Non si può parlare di Scilla senza evocare la sua dimensione spirituale. Il Santuario di Maria Santissima di Porto Salvo domina il borgo dall’alto, offrendo un panorama che unisce cielo e mare in un abbraccio struggente. È qui che i fedeli si raccolgono, specialmente in autunno, per ringraziare la Madonna della stagione trascorsa e affidare al mare, amico e a volte avverso, le preghiere per il futuro.

La rocca di Scilla, con il Castello Ruffo a picco sul Tirreno, completa il quadro: da lassù lo sguardo corre fino alle isole Eolie nelle giornate più terse, rendendo ogni tramonto un piccolo rito di contemplazione.

Un viaggio tra vicoli e memorie

Il cuore del borgo si svela nei suoi vicoli: stretti, profumati di salsedine e buganvillea, raccontano storie di pescatori, leggende di mare e melodie dialettali che risuonano dalle case. Qui la vita scorre lenta, ed è proprio in questo ritmo che il viaggiatore trova l’essenza del Mediterraneo.

Il rito del congedo

A fine stagione, Scilla non si chiude ma si raccoglie: i ristoranti abbassano le serrande una sera alla volta, le barche vengono tirate a secco, i pescatori riparano le reti, e la comunità celebra un rito fatto di gesti semplici ma solenni. È un arrivederci al mare vivo e tumultuoso dell’estate, e insieme un invito a chi vuole scoprirla in veste più autentica, tra silenzi e orizzonti che tolgono il fiato.

Pino Cinquegrana

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