Il grido dell’arcivescovo di Napoli contro i conflitti e i profitti che calpestano la dignità umana
«Se un progetto schiaccia l’innocente, è disumano. Se una legge non protegge il debole, è disumana. Se un profitto cresce sul dolore di chi non ha voce, è disumano». Con queste parole si apre la lettera che il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha diffuso oggi come appello per la pace. Un testo lungo e vibrante che alterna denuncia, immagini forti e preghiera, rivolgendosi direttamente ai potenti del mondo ma anche al popolo comune.
Battaglia non usa giri di parole: «Il Vangelo — per chi crede e per chi non crede — è uno specchio impietoso: riflette ciò che è umano, denuncia ciò che è disumano». La sua denuncia attraversa i fronti di guerra più drammatici: Ucraina, Gaza, Sudan, Myanmar, fino al numero impressionante di 122 milioni di profughi nel mondo. «Ogni cifra è una fronte che scotta, una fotografia sbiadita stretta in un pugno, una voce che domanda solo un minuto senza sirene», scrive.
Il cardinale si rivolge ai governi e ai parlamenti, ai consigli di amministrazione e alle alleanze militari, accusati di parlare con «voce di metallo». A loro chiede un cambio radicale: «Smontate i macchinari che colano piombo e forgiatene aratri, tubature, banchi di scuola». Ai politici chiede di uscire dai palazzi e toccare con mano le conseguenze delle scelte belliche: «Attraversate i corridoi spenti di un ospedale bombardato, ascoltate il bip solitario di un respiratore sospeso tra vita e silenzio, e poi sussurrate — se ci riuscite — la locuzione ‘obiettivi strategici’».
Durissimo anche il rifiuto delle terminologie che disumanizzano la guerra: «Non chiamate “danni collaterali” le madri che scavano tra le macerie, né “operazioni speciali” i crateri lasciati dai droni».
Nella parte finale, l’arcivescovo trasforma la sua denuncia in invocazione: «Dio del respiro negato, strappa il tavolo ai signori che vendono il mondo a colpi di vertice… che il bilancio armato diventi culla». Una preghiera che si chiude con la speranza che il silenzio sostituisca le sirene e che la pace torni a fiorire.
Il suo messaggio è netto: non esistono terze vie. «Il Vangelo chiede una scelta: costruttori di vita o complici del male».
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