In questa settimana in cui Vibo Marina si veste di festa per onorare Maria SS. del Rosario di Pompei, culminando nella suggestiva processione in mare della sacra effige, è impossibile non avvertire una mancanza, un’assenza che risuona tra le vie, tra le barche ornate a festa, tra i canti e le preghiere della gente. È l’assenza di Gianni Lo Turco, per tutti semplicemente “u Priori”, figura storica, anima instancabile e silenziosa dei festeggiamenti patronali, simbolo identitario di un’intera comunità.
Per decenni, Gianni è stato molto più che un organizzatore. È stato cuore, braccia e spirito del Comitato Festa. Un punto fermo. Un uomo riservato, talvolta burbero in apparenza, ma dal cuore smisurato. Con la sua guida discreta ha saputo mantenere viva una tradizione che è molto più di una celebrazione religiosa: è un legame profondo tra la gente di Porto Santa Venere e la sua Madonna.
Chi lo ha conosciuto non può dimenticare quelle giornate calde d’estate, in cui, insieme agli altri storici del Comitato – Gigi Ricci, Luigi Papandrea, Enrico Fedele e tanti altri – percorreva casa per casa le strade della cittadina. Con in mano le immaginette, il foglietto della festa, il sorriso appena accennato, entrava nelle case dei devoti per raccogliere le offerte. Non chiedeva nulla per sé. Il suo unico scopo era rendere onore alla Madonna, e donare alla sua comunità una festa degna, fatta di bellezza, preghiera e condivisione.
Si è sacrificato in silenzio, come fanno gli uomini veri. Nessun clamore, nessuna vetrina. Solo tanto amore. Lo stesso amore che ha saputo trasmettere a chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui, fianco a fianco, tra le difficoltà dell’organizzazione, sotto il sole cocente, ma con negli occhi la speranza e nel cuore la fede.
Accanto a lui, figure sacerdotali indimenticabili come Don Cantore e Don Saverio, che con lui hanno condiviso anni di intensa collaborazione spirituale e organizzativa.
Oggi, Gianni Lo Turco è il simbolo degli eroi silenziosi che rendono grande una comunità. Quegli uomini che non cercano palcoscenici, ma lasciano impronte profonde nei cuori. Quegli uomini che rendono la fede un gesto concreto, quotidiano, tangibile.
Manchi, Priore.
Manchi ogni volta che il cielo si tinge di festa e non sentiamo più il tuo passo discreto tra le vie del paese. Manchi ogni volta che la statua della Madonna solca il mare, e non c’è il tuo sguardo vigile ad accompagnarla. Manchi a questa comunità che oggi più che mai sente il bisogno delle sue figure storiche, di quei padri che, come te, hanno tracciato sentieri, solchi di memoria e di fede.
Ma sappiamo che ci sei.
Sei lì, seduto al tuo posto in cielo, a quel banchetto di immaginette e ricordini della Madonna che tanto amavi distribuire. E da lassù, ci sorridi con quel sorriso accennato che, per chi ti conosceva davvero, valeva più di mille parole. E ci vegli.
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