Roma – Due incidenti mortali, a distanza di pochi giorni, entrambi causati da automobilisti anziani alla guida contromano in autostrada. Una dinamica sempre più frequente che, secondo l’Osservatorio ASAPS, nei primi sette mesi del 2025 ha già fatto registrare 56 episodi, di cui 7 con esito mortale, causando 10 vittime e 108 feriti. In oltre la metà dei casi mortali (57%) erano coinvolti conducenti over 65.
A lanciare un forte monito è Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (A.I.F.V.S.), che chiede l’intervento immediato di istituzioni, forze dell’ordine e politica, sia di maggioranza che di opposizione. Il suo appello si estende persino al Pontefice: «Papa Leone XIV coinvolga tutte le diocesi italiane, affinché si diffondano messaggi di sicurezza stradale durante le celebrazioni».
Il 31 luglio, un 88enne ha imboccato nel verso sbagliato un ingresso della A32 Torino-Bardonecchia, causando uno scontro frontale: un morto e due feriti. Quattro giorni prima, un uomo di 82 anni aveva fatto lo stesso sull’A4 Torino-Milano, nel Novarese, provocando un incidente costato la vita a quattro persone.
«È una vera e propria mattanza sulle strade italiane – commenta Pallotti – e dobbiamo fermarla insieme».
Per il presidente A.I.F.V.S., il problema parte da una concezione errata: in Italia c’è una cultura della strada deficitaria e la patente non è un diritto, ma una licenza concessa dallo Stato in base a precisi requisiti.
Pallotti sottolinea che le modalità di rinnovo della patente dovrebbero essere più approfondite, includendo non solo il controllo visivo ma anche la valutazione di eventuali patologie, dei riflessi, della capacità di attenzione e dell’uso di farmaci che possano alterare la percezione.
Propone inoltre che i medici di base segnalino alla Motorizzazione casi a rischio, come apnee notturne o terapie farmacologiche pesanti, e l’introduzione di limitazioni parziali alla patente per chi soffre di determinate patologie: ad esempio, divieti di guida notturna o su tratti ad alto scorrimento.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati sistemi di allerta per segnalare la guida contromano, ma la loro applicazione è ancora parziale. Sull’A4, ad esempio, telecamere e sensori attivano allarmi sonori e visivi, ma solo in alcuni caselli.
Pallotti propone soluzioni più incisive:
Sistemi integrati nelle auto, collegati al GPS, con allarmi acustici ad alta intensità in caso di contromano.
Blocco automatico del veicolo quando imbocca la corsia nella direzione sbagliata.
Miglioramento delle vie di fuga in autostrada, oggi spesso insufficienti.
Un passaggio del suo intervento tocca un aspetto delicato: la responsabilità dei familiari. «A mio padre, dopo due incidenti non gravi, ho vietato di guidare. Ma quanti lo fanno?» chiede Pallotti.
L’appello è chiaro: fermare la strage sulle autostrade italiane richiede leggi più severe, controlli accurati, innovazione tecnologica e responsabilità collettiva.
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