Mercatini, fiere, momenti religiosi riempiono l’estate che oltre alla vacanza al mare o a visitare musei, pinacoteche, siti archeologici altri spazi dell’estate sono l’incontro con la festa del paese che rievoca il proprio santo patrono per eventi miracolistici dentro leggende che vedono l’intercessione del santo a protezioni di pestilenze che nel passato avevano ridotto comunità e spazi a luoghi sterili segnati dalla malattia. Molti di questi santi protettori giunti in Italia da luoghi francesi o spagnoli non sono mai giunti nel Meridione della nazione seppure proprio tra i paesi della Calabria in special modo si sono manifestati con prodigi che oggi sono annoverati come fatti prodigiosi e per questo da ogni dove paesani ritornano al paese da ogni dove per rinsaldare i vincoli della fede e della tradizione. Tra questi santi, di cui la ricerca continua, vi è Santo Isodoro, nel territorio di competenza dell’antica Rocca Angitola come territorio viene dopo il nucleo abitativo (oggi abbandonato di Daporni). Di questo casale, che ebbe risonanza in epoca spagnola (comparve nel XV secolo) sorgeva una chiesetta dedica al santo iberico. Non lontano da Maierato, ancora oggi con il nome Santu Sidaru ci si riferisce alla strada che collega la parte alta che va verso Pimé con la statale 110 che va verso l’Angitola. A Santo Isodoro erano intitolati alcuni monasteri presenti a Sambiase e Pizzo Calabro.
Ma di quale santo Isodoro si tratta? Nella Biblioteca Sanctorum, volume VII, sono elencati 17 nominativi con il nome di Santo Isodoro. I più noti sono Santo Isodoro di Siviglia, vescovo e dottore della Chiesa, visse tra il 560 e il 633; Sant’Isodoro Agricoltore o contadino (1130-1170) nato a Madrid e canonizzato nel 1622, protettore dei contadini, dei raccolti e della vita rurale, a cui secondo le ricerche sul campo, pare sia proprio questo a cui si fa riferimento nella storiografia dei luoghi di Roccangitola prima e di Maierato poi. È il patrono di Madrid e in Calabria è titolare della chiesa parrocchiale di Iannello (Crotone). Santo Isodoro, Santu Sidaro, rese questa piccola borgata di Maierato (oggi completamente disabitata) fertile per la presenza di fonti d’acqua che vengono a lui attribuite come dono agli agricoltori del luogo per la coltivazione del grano. La strada che collega la parte alta con la bassa detta Cutureja andrebbe intanto ripulita, sistemata e proposta come il percorso di Sant’Isodoro che porta alla chiesa templare della Madonna delle Grazie nel borgo di Pimé, borgo anch’esso disabitato, immerso nel silenzio e nel tempo sospeso.
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