La necessità di comprendere il passato è un’esigenza fondamentale dell’essere umano, che attraversa la storia, la filosofia, la letteratura e le scienze sociali. Essa si fonda sull’idea che il passato non sia solo una sequenza di eventi conclusi, ma una chiave per interpretare il presente e orientare il futuro. Cambiamenti comportamentali, rituali, economici, sociali proiettano verso nuove regole che cambiano prospettive, cambiano le politiche di guardare ai luoghi. L’emigrazione scatenò tutto questo secondo i linguaggi nel luogo di arrivo che diventano un presente non sempre condiviso e, pertanto c’è la necessità di riprendere le temps perdù” con la memoria involontaria: gusto, olfatto che riportano alla luce ricordi nascosti nel profondo dell’inconscio.” James Joyce in “Gente di Dublino” ripropone una lettura sociopsicologica che tende a scomparire con nuove epifanie con nuove speranze, nuovi inizi. Quello del ricordo è un tema molto importante è il cuore pulsante dell’opera di Marcel Proust, in particolare nella sua monumentale serie di romanzi intitolata À la recherche du temps perdu (Alla ricerca del tempo perduto). Proust distingue due forme fondamentali di memoria: Memoria volontaria: ovvero memoria razionale, cosciente, che ricorda episodi passati in modo deliberato, e Memoria involontaria: forma più autentica e viva del ricordo.
Il ricordo dà senso al tempo vissuto: Solo ricordando possiamo veramente rivivere ciò che siamo stati. L’arte nasce dal ricordo, nella sua immortale rappresentazione che ferma il tempo e l’azione e ci restituisce memoria e ricordo di fatti e circostanze, e, in questa dimensione le nostre osservazioni permettono di fare riaffiorare il passato nel presente, rimescolando le epoche della vita e mostrando la complessità della coscienza umana. Il ricordo, per dirla con lo scrittore francese Marcel Proust, “non è solo un contenuto della mente, ma un processo rivelatore: ci mostra chi siamo davvero, cosa abbiamo vissuto e come possiamo salvare il passato dalla sua scomparsa che è l’unica vera via per recuperare il tempo. Proust esplora come i ricordi possono riaffiorare in modo improvviso e vivido grazie a stimoli sensoriali (percepire il sapore che si era allontanato di cose allontanati dalla nostra quotidianità delle cose), permettendo di rivivere momenti del passato con una forza emotiva che supera la semplice memoria conscia. Ecco perché, sottolinea lo scrittore, “quando nulla rimane del passato, dopo che le persone muoiono e le cose si sbriciolano e si disperdono, rimangono ancora sospesi per molto tempo il profumo e il gusto delle cose, anime e ricordi che resistono come piccoli e quanto mai impalpabili gocce della loro essenza, immenso edificio della memoria”. È l’attrazione, ai nostri luoghi di origine, è un rinsaldare i nostri vincoli con gli spazi-tempo che ci sono appartenuti e mai persi per sempre in quanto custoditi nello scrigno del ricordo e della memoria.
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