Il cammino dell’Italia verso il prossimo Mondiale passa da un confronto tutt’altro che semplice con la Norvegia, in programma a giugno. L’eliminazione della Lazio per mano del Bodø/Glimt ha acceso i riflettori sul calcio norvegese, da molti considerato ancora sottovalutato. Ma la realtà racconta di una nazionale in crescita, capace di mettere in difficoltà anche avversari più quotati.
Il sistema di gioco norvegese si fonda su tre elementi chiave: intensità, pressing alto e verticalità. Non si tratta di una squadra rinunciataria, ma di un collettivo organizzato, costruito attorno alle caratteristiche dei propri giocatori offensivi. L’obiettivo è sfruttare al massimo le transizioni, senza rinunciare al possesso quando necessario.
Erling Haaland è il volto più noto della nazionale, attaccante di riferimento e finalizzatore implacabile. Accanto a lui, Alexander Sørloth sta confermando il suo valore con l’Atletico Madrid, mentre Jørgen Strand Larsen, oggi al Wolverhampton, rappresenta un’alternativa fisica e affidabile.
Dietro le punte, la Norvegia può contare su giocatori tecnici e dinamici. Martin Ødegaard è il regista avanzato, leader dell’Arsenal e principale punto di riferimento nella costruzione del gioco. Oscar Bobb trova spazio nel Manchester City di Guardiola, mentre Nusa (Lipsia) e Schjelderup (Benfica) garantiscono profondità e imprevedibilità sugli esterni. Tra i giovani, spicca Sverre Nypan, classe 2006, già impiegato con continuità nel massimo campionato norvegese.
Il reparto arretrato rappresenta l’anello debole della squadra. Fatta eccezione per Julian Ryerson del Borussia Dortmund, i difensori norvegesi faticano a mantenere la linea e spesso mostrano limiti nelle letture tattiche e nei duelli individuali. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Italia, a patto di sfruttare le situazioni offensive con rapidità ed efficacia.
Il commissario tecnico Ståle Solbakken ha esperienza e conoscenza del sistema, avendo guidato per anni il Copenaghen. Le sue esperienze all’estero, tuttavia, non hanno lasciato il segno.
L’Italia parte favorita per qualità della rosa, profondità e tradizione. Ma la Norvegia è un avversario solido, più competitivo rispetto ad altre squadre che in passato hanno sorpreso gli Azzurri. Il gruppo di Spalletti dovrà affrontare la gara con attenzione, evitando cali di concentrazione. La Norvegia ha tutto per essere una rivale concreta: struttura fisica, ritmo, talento e motivazione.
La qualificazione non sarà una formalità. Sarà una partita da affrontare con rigore, lucidità e consapevolezza dei propri mezzi.
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