Il primo aprile, conosciuto come il giorno del “pesce d’aprile” in molti paesi del mondo, rappresenta un’occasione per prendersi gioco degli altri con scherzi divertenti e innocui. Ma come è nata questa tradizione e quali sono le sue particolarità a Barcellona? Scopriamolo insieme tra aneddoti, modi di dire catalani e idee per scherzi da fare senza offendere nessuno.
Le origini del pesce d’aprile sono avvolte nel mistero, ma ci sono diverse teorie che cercano di spiegare come questa giornata sia diventata sinonimo di scherzi. Una delle ipotesi più diffuse lega la tradizione al cambiamento del calendario nel XVI secolo. Prima dell’introduzione del calendario gregoriano nel 1582, in molte parti d’Europa il Capodanno si festeggiava il 25 marzo, con celebrazioni che si protraevano fino al primo aprile. Con la riforma di Papa Gregorio XIII, il nuovo anno venne ufficialmente spostato al 1° gennaio. Tuttavia, non tutti si adattarono subito al cambiamento, e coloro che continuavano a festeggiare il Capodanno ad aprile venivano presi in giro come ingenui. Da qui nacque l’usanza di fare scherzi.
Un’altra teoria collega la tradizione alla fine della stagione della pesca in Francia: all’inizio di aprile i mari erano spesso troppo freddi per pescare, e i pescatori tornavano a casa a mani vuote. Per prenderli in giro, le persone iniziarono a regalare pesci finti.
A Barcellona, il pesce d’aprile non è una tradizione autoctona, ma è diventata sempre più popolare grazie all’influenza culturale di altri paesi europei. Nonostante ciò, la città ha una sua giornata dedicata agli scherzi: il 28 dicembre, conosciuto come “Dia dels Sants Innocents”. Questo giorno, che commemora la strage degli innocenti narrata nel Vangelo, è diventato un’occasione per fare burle e scherzi simili a quelli del primo aprile. Le due tradizioni si sono intrecciate nel tempo, rendendo Barcellona un luogo dove le risate non mancano mai, sia a dicembre che ad aprile.
Un elemento caratteristico degli scherzi catalani è la presenza di un’umorismo sottile e intelligente, spesso espresso in detti popolari. Ad esempio, si dice: “Qui riu l’últim, riu millor” (Chi ride per ultimo, ride meglio), un modo per ricordare che gli scherzi devono essere fatti con moderazione e senza esagerare.
Uno degli scherzi più noti avvenne negli anni ’70, quando un giornale locale pubblicò un articolo secondo cui la Sagrada Família sarebbe stata completata entro pochi mesi grazie all’uso di una nuova tecnologia rivoluzionaria. La notizia fece il giro della città e molti cittadini, ignari della burla, si recarono sul posto per vedere i lavori. La vicenda è rimasta nella memoria collettiva come un esempio di come anche una città iconica come Barcellona sappia prendersi gioco di sé stessa.
Un altro aneddoto riguarda una famosa pasticceria del Barrio Gòtic, che un anno decise di vendere dolci a forma di pesce, dicendo ai clienti che si trattava di una ricetta tradizionale medievale. Molti turisti li comprarono credendo fosse vero, per poi scoprire che erano stati vittime di un simpatico scherzo commerciale.
La cultura catalana è ricca di espressioni idiomatiche che si adattano perfettamente al tema del pesce d’aprile. Ecco alcune delle più curiose:
Se volete celebrare il pesce d’aprile a Barcellona, ecco alcune idee di scherzi divertenti ma rispettosi:
Che sia il primo aprile o il “Dia dels Sants Innocents”, Barcellona è una città che sa come ridere di cuore. Il pesce d’aprile è un’opportunità per ricordare che, in un mondo spesso troppo serio, prendersi gioco di sé stessi e degli altri in modo rispettoso può essere una medicina preziosa. Allora, preparate il vostro scherzo e ricordate: “Qui fa el peix, riu millor!” (Chi fa il pesce, ride meglio!).
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