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Dalla storia alla tavola: l’importanza dell’olio extravergine d’oliva

Per le popolazioni che abitano il Mediterraneo, l’importanza dell’olio d’oliva ha assunto dei tratti storici che risalgono a diversi secoli fa. Per la civiltà greca, il cui inizio a livello convenzionale risale all’VIII secolo AC, la coltivazione e l’utilizzo dell’olio diventa una costante e una componente fondamentale, di sicuro un tratto e un segno distintivo di cui ancora oggi vengono conservati reperti, tracce e testimonianze di una certa importanza. L’olio d’oliva veniva utilizzato già all’epoca per differenti ragioni e scopi, ma quello peculiare e principale riguardava comunque l’alimentazione. Così se i greci ne fecero un simbolo di intelligenza e di saggezza, il rispetto per queste piante e per i loro frutti, sono stati conservati fino ad arrivare ai nostri giorni, dove specialmente nel meridione d’Italia gli alberi e il frutto delle olive ha sempre guadagnato una dimensione extra alimentare.

La coltivazione degli ulivi e la produzione dell’olio d’oliva sono state legate alla storia e alla cultura delle genti, che vivevano intorno al Mar Mediterraneo. Numerose testimonianze archeologiche hanno testimoniato che gli abitanti di questa regione consumavano olive fin dall’età del rame. Nel corso dei millenni, l’olio d’oliva è stato utilizzato non solo come ingrediente dietetico, ma anche come combustibile per lampade, per usi cosmetici e farmacologici, per rituali speciali come l’unzione dei reali, dei guerrieri, ecc. I filosofi greci hanno mostrato interesse ad esaminarne la nutrizione e benefici medicinali, mentre Aristotele e Ippocrate hanno raccomandato l’olio d’oliva per la cura di molte malattie, come dermatiti, problemi di stomaco e intestino, oltre che per la protezione solare.

Nazioni con background etnici, storici e culturali e credenze religiose diverse hanno vissuto nella regione del Mediterraneo, dove si coltivano gli ulivi. Negli ultimi decenni, gli esperti stanno riconoscendo che la dieta delle persone nel Mediterraneo è tra le diete più sane al mondo, a causa della minore incidenza di molte malattie croniche, come le malattie cardiovascolari e legate all’età tra queste persone. In particolare, negli anni ’60, la locuzione Dieta Mediterranea (MD) è stata coniata da Ancel Keys sulla base della sua ricerca sulle pratiche culinarie tradizionali nelle aree rurali del Sud Italia, Creta e altri paesi del bacino del Mediterraneo. La sua ricerca, iniziata nell’ambito del Seven Countries Study con un focus particolare sulle pratiche nutrizionali per la prevenzione delle malattie coronariche sostituendo i grassi saturi (acidi grassi saturi, SFA) con grassi insaturi, inclusi gli acidi grassi polinsaturi (PUFA ) e gli acidi grassi monoinsaturi (MUFA), provenienti principalmente dall’olio d’oliva, hanno dimostrato che le persone che vivono nel bacino del Mediterraneo hanno infatti meno eventi cardiovascolari e un ridotto rischio di altre malattie.

Mezzo secolo dopo, nel 2010, MD è addirittura entrata a far parte del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, dove è definita come “un insieme di abilità, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni riguardanti colture, raccolta, pesca, zootecnia, conservazione, lavorazione, la cucina, e in particolare la condivisione e il consumo del cibo».

La cucina tradizionale mediterranea enfatizza un’abbondante assunzione di varietà di verdure, frutta, legumi, cereali integrali e noci, un consumo moderato di frutti di mare e pesce e un basso consumo di carne rossa, dolci e altri alimenti trasformati, mentre di solito viene consumato vino rosso con i pasti. L’olio d’oliva (OO), noto come l’oro liquido, e utilizzato principalmente come olio d’oliva vergine (VOO) o come olio extra vergine di oliva (EVO), è il segno distintivo della dieta mediterranea. È, infatti, la principale fonte di grassi sani nella dieta, che insieme agli altri componenti bioattivi OO, come i polifenoli, sono spesso associati alla longevità, al benessere e ad una minore incidenza di malattie croniche, in particolare cardiovascolari (CVD) nelle popolazioni che vivono nella regione del Mediterraneo.

Tra le varie colture ampiamente riconosciute e valorizzate, si è fatto spazio l’Olio di Calabria IGP, che viene realizzato in specifiche zone nel territorio del Sersale come il frantoiopascuzzi. Oggi l’importanza di poter contare su un brand e un marchio di successo è diventata una questione vitale, visto che l’olio extravergine d’oliva è sempre più richiesto e rinomato, non solo a livello nazionale, ma anche in termini di esportazione del prodotto finito. Ci sono però da considerare alcuni elementi legati all’aspetto e al sapore, oltre che alla qualità che è stata resa uno standard necessario, proprio perché si tratta di un prodotto IGP, certificato e garantito, prima di essere commercializzato e messo in vendita al dettaglio come all’ingrosso.

Redattore Travel

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