In arrivo tassa sui pensionati stranieri in Portogallo. Pacchia finita? Probabile.
Il paese lusitano – dal clima mediterraneo ma frustrato dalla brezza dell’Oceano Atlantico, ottimo cibo (soprattutto pietanze di pesce), costo della vita basso, punto estremo dell’Europa, dove un tempo partivano le spedizioni navali volute da Re e Regine ambiziose, tasso di criminalità basso, gente locale cordiale, panorami mozzafiato e monumenti intrisi di storia – era diventato la Florida europea.
Come segnala il sito mrfinanza.com, una legge di qualche anno fa, aveva finito per attrarre molti pensionati stranieri, grazie ai tassi agevolati. Di fatto, sono stati anche tanti gli italiani che, vessati dal regime fiscale italiano, l’invivibilità che ormai impera nel nostro Paese ed un caro vita insostenibile specie al Nord, hanno deciso di trasferirsi in Portogallo. Spesso peraltro intervistati da trasmissioni televisive.
In Portogallo, per esempio, con una pensione di 900-1000 euro, si riesce a fare una vita dignitosa. Con occasioni settimanali di mangiare in ristoranti, concedersi qualche sfizio in più e mettere da parte pure qualche euro. Cosa in Italia quasi diventata impossibile ormai.
Ma ora la pacchia pare stia finendo anche lì. Vediamo cosa sta decidendo il governo lusitano.
Per uscire dalla crisi che stava colpendo anche il Portogallo (facente parte dei cosiddetti PIGS, insieme ad Italia, Grecia e Spagna) nel 2009 il governo si è inventato di esentare completamente per 10 anni le pensioni erogate da istituti esteri. E percepiti da qualsiasi anziano che non fosse stato ivi residente nei 5 anni precedenti. Altra prerogativa, il trasferimento nel paese per almeno 183 giorni l’anno. Ossia più della metà del tempo.
Con questa misura, nel giro di 10 anni dal suo avvio, 9mila pensionati hanno deciso di trasferire lì la propria residenza in Portogallo. Dei quali un terzo sono italiani.
Le mete preferite risultano essere Algarve, la splendida regione costiera del sud. Seguono ovviamente Porto, meta con un alto flusso turistico, e la capitale del paese Lisbona.
Il Governo socialista in carica, guidato da Antonio Costa, deve fare dietrofront. Motivo? Proprio l’Unione europea, che ha bollato la misura in concorrenza sleale verso gli altri stati comunitari.
Già, proprio l’Ue – spesso principale male dei pensionati italiani a mezzo Euro e parametri rigidi a discapito di misure sociali a loro vantaggio – si conferma ancora una volta loro incubo.
Cosa cambia per i pensionati stranieri che si recano in Portogallo? Brutte notizie: le pensioni straniere verranno tassate del 10%, fermo restando i suddetti requisiti. Inoltre, come non bastasse, è stato fissato il pagamento minimo di 7.500 euro all’anno.
Per i pensionati stranieri già residenti non è comunque prevista la retroazione. Quindi, continueranno a godere del regime fiscale agevolato previsto ora.
Nel mirino del governo socialista ci sarebbero però anche i cosiddetti “passaporti d’oro” o “golden visa” (sarebbero ad oggi 19.000) a quanti investano sul mercato immobiliare portoghese almeno 500.000 euro.
Naturalmente, se è vero che tale misura porterà qualche soldo in più nelle casse del paese lusitano, è anche vero che andrà a colpire diversi settori che stavano beneficiando di riflesso di essa.
Si pensi al settore immobiliare, con molti quartieri che si erano rivalutati con l’arrivo di molti nuovi residenti. E poi migliaia di immobili sono stati ristrutturati.
O anche al settore della ristorazione, con tanti nuovi residenti pronti a riempire i vari locali dello stato. O tutti i servizi legati al turismo (spiagge, monumenti, ecc.).
Il rischio per il Portogallo è dunque quello di non essere più molto attrattivo, anche perché ci sono altre realtà che mantengono un regime fiscale agevolato per i pensionati. Si pensi alla vicina Albania o alla Thailandia.
Tuttavia, anche il sud Italia prevede una sua “flat tax” al 7% sugli assegni erogati da istituti previdenziali stranieri a quanti intendano trasferirsi in comuni del Sud Italia delle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ma non devono superare i 20mila abitanti.
In alternativa, gli stessi potranno optare per pagare un’imposta fissa di 100.000 euro.
Qual è lo scopo di tali misure? Evitare lo spopolarsi di molti comuni e comunità montane del centro-sud. Soprattutto di quelle regioni che non si sono più riprese dal terremoto dell’80 o non offrono particolari opportunità lavorative ai giovani.
Ma anche quella di attirare Paperoni pronti a portare i loro capitali nel nostro Paese.
Certo, rispetto al Portogallo, qui pensionati e milionari incontrerebbero tanti problemi: disservizi, alto tasso di criminalità, caro vita.
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