La cucina romana merita di essere gustata fino in fondo. Uno dei suoi elementi più importanti è il pane che ha un posto di rilievo. Il pane è protagonista delle tavole, sia dei ricchi sia dei poveri. A Roma non si mangia senza pane a tavola. La bruschetta è gustosissima. E’ una fetta di pane abbrustolito, strofinata con aglio e condito con sale e olio, arricchita con peperoni, pomodoro, cipolle, formaggio. La bruschetta è il piatto della tradizione contadina. Ai tempi moderni si mangia come antipasto. Altra specialità di Roma è la pizza bianca condita con sale grosso e olio, squisita con la mortadella o ripiena di fichi con prosciutto crudo. I forni a legna preparano la pizza rossa bassa e oleata, ricoperta di pomodoro.
Gli aromi di Roma invitano a fragranti spuntini. I più prelibati prodotti della romanità si guastano nei pressi del Pantheon o del Campo dei Fiori. La pizza è la regina della tavola da Trastevere a Testaccio, dal Pigneto a San Lorenzo, da Prati a Ostiense. Aldo Fabbrizi, “Nonno Pane”, 1970 scrive: “Senza cità Bruschetta e Panzanella, è bono in ogni tipo di spuntino a comincià dar classico crostino fatto co’ bro, alice e mozzarella. E’ bono cor guanciale e Panontella, co’ le noce, co’ l’uva, intinto ar vino, e indorato cor buro a la padella. È bòno ner caffè, co’ la ricotta, cor gelato, l’aranci in insalata, cor prosciutto, li fischi e la caciotta. Co’ tonno e cipolletta, cor salame, co’ le castagne, co’ la cioccolata, ma soprattutto è bono co’ la fame”.
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