20 Aprile 2024
Economia

I turisti internazionali puntano su Roma, in calo Milano e Firenze

Ben 39,1 miliardi di euro spesi dai visitatori internazionali in Italia lo scorso anno. Nel 2016 la spesa era stata invece di 36,4 miliardi. Aumentano anche i consumi dei viaggiatori italiani all’estero. Sono 24,5 miliardi di euro nel 2017, contro 22,5 miliardi nell’anno precedente. Nel 2017, il saldo netto della bilancia dei pagamenti turistica in Italia rimane positivo e pari a 14,6 miliardi di euro, in aumento rispetto a quello registrato nel 2016 (13,8 miliardi, +5,7%). Tale risultato è generato da una crescita significativa delle entrate internazionali per turismo (+7,7%), di poco superata dall’espansione delle uscite internazionali (+8,9%).

I dati del turismo nel 2017

Il quadro emerge dalla XVIII Conferenza “L’Italia e il turismo internazionale. Risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2017” promossa da Ciset, Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con la Banca d’Italia e svoltasi a Venezia. L’evento è un appuntamento consolidato per gli operatori del settore, per discutere l’evoluzione dell’Italia come meta turistica mondiale e sulle caratteristiche e il comportamento di vacanza degli italiani che viaggiano all’estero.

Spese dei turisti internazionali: calano Milano e Firenze

Claudio Doria della Banca d’Italia ha evidenziato come lo scorso anno le spese dei viaggiatori stranieri in Italia abbiano raggiunto i 39.155 milioni di euro, con un aumento del 7,7% rispetto al 2016. L’andamento è risultato più dinamico rispetto a quello registrato nel triennio precedente (3,2%). Andamenti positivi delle entrate turistiche sono stati registrati in tutte le macro-aree italiane di destinazione. La provincia italiana con il maggior afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero si conferma Roma (6.743 milioni), che ha segnato una crescita del 20,3% rispetto al precedente anno. Anche Venezia e Napoli hanno evidenziato incrementi significativi (+19,4% e +17,8%). Per Milano e Firenze invece le entrate sono risultate in diminuzione (-2,4 e -6,3%).

Aumentano i flussi di spesa provenienti sia dai paesi dell’Unione Europea (+10,0%) sia dai paesi extra-UE (+4,6%). La Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (16,7 % del totale), con un aumento del 14,7 % rispetto al 2016. In crescita anche i flussi di spesa dalla Francia (+6,9%), dal Regno Unito (+4,5%), dalla Svizzera (+6,1%); in lieve contrazione quelli provenienti dagli Stati Uniti (-1,7%).

Gli italiani tornano a viaggiare

Sul fronte dei flussi outgoing, le spese degli italiani per viaggi all’estero (24.557 milioni) hanno proseguito il trend positivo, con un aumento dell’8,9 % rispetto all’anno precedente. In termini reali, la spesa turistica in uscita ha per la prima volta superato i valori pre-crisi. Tra le principali destinazioni, variazioni positive hanno riguardato gli Stati Uniti (+2,9%), la Spagna (+15,6%), la Germania (+4,9%), mentre una lieve diminuzione ha interessato la Francia (-0,9%) e la Svizzera (-2,0%); più decisa la flessione per il Regno Unito (-8,4%).

Il turismo traina l’economia

I dati illustrati da Mara Manente del Ciset evidenziano una significativa crescita del turismo internazionale rispetto al 2016, che si è tradotta in 41,3 miliardi di valore aggiunto. L’incremento di ricchezza prodotta è pari al +6,5% reale, contro un aumento del Pil italiano di +1,5%. Le entrate per turismo internazionale, inoltre, trainano il settore e l’intera economia nazionale, con una dinamica appena superiore a quella dell’export complessivo: +7,7% contro +7,3%.

Economia turistica regionale

La ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime cinque regioni turistiche (Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana e, per la prima volta, Campania), che concentrano il 67% della spesa dei turisti internazionali e il 62% del valore aggiunto turistico. Grazie alle buone performance di Campania, Puglia e Sicilia, le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud si consolidano, raggiungendo il 13% e il 16,6%.

A questi risultati corrispondono performance territoriali differenziate, ma con alcuni tratti comuni: il trend decisamente positivo del fatturato generato dal turismo culturale tradizionale, che supera i 15,5 miliardi (+11,4%); la conferma degli ottimi risultati per il turismo balneare (5,5 mld di euro, +11%); la dinamica a due cifre per la vacanza verde, attiva ed enogastronomica (+11,7% del fatturato, che ha così superato il miliardo). Molto positivi, infine, anche i risultati per la montagna che, con 1,4mld di fatturato, registra nel 2017 un buon recupero dopo le difficoltà del biennio precedente.

Ottimi i risultati registrati dal Nord Europa (+11,2%) e dalla Spagna (+12,4%). Negativo il trend, invece, per Regno Unito, Francia e Svizzera. Per il mercato tedesco, il 2017 è stato l’anno del soggiorno culturale, sia tradizionale che improntato ad un’esperienza di degustazione e di vacanza attiva (1,6mld di fatturato, +23%), di poco inferiore al valore della vacanza balneare (intorno a 1,7mld, +20%). Buono anche l’apprezzamento dei tedeschi per la montagna italiana, dove si sono concentrati quasi 0,6mld di spesa.

Si rafforzano e consolidano le fasce ad alta propensione alla spesa tra i clienti giapponesi (+16,4%) e statunitensi (+1,8%), la cui spesa media si aggira, rispettivamente, sui 254 euro e sui 173 euro giornalieri. Buono il recupero dai paesi BRIC: le entrate crescono del +23%, grazie alla ripresa di tutti i mercati, in particolare il russo (+37,8%), che comunque risulta ancora al di sotto dei livelli raggiunti nel 2014. Ottimo e pari al +12% il trend delle entrate sia dal mercato cinese che brasiliano.